Nessuno tocchi il vincolo culturale. È questa l’impressione che si ha leggendo i numeri della raccolta firme promossa dai librai dell’Edison. Sì perché a Firenze la petizione sta davvero spopolando. Dalla loro pagina facebook i promotori dell’iniziativa fanno sapere che sono già 15mila gli autografi raccolti. Una quota imponente. E nelle scorse ore alla lista dei firmatari si è aggiunto un nome dal peso specifico non indifferente: quello di Andrea Barducci, presidente della Provincia di Firenze. E così in città la faccenda comincia davvero a far rumore.

Non solo l’aspro scontro tra Feltrinelli e gruppo Edison, gli avvocati, i tribunali, la questione occupazionale ed infine l’operazione dei libri in liquidazione. La storia si arricchisce di un elemento in più. In una manciata di giorni infatti ha fatto irruzione un fatto nuovo, e forse inaspettato per le dimensioni. Un sostegno vasto, diffuso e cresciuto nel breve periodo. Tanto che per forza di cose dovrà far riflettere. Chi? La politica, o meglio Palazzo Vecchio. Non a caso la questione (politica) è stata sollevata parallelamente al divulgarsi in città di un’altra notizia: il possibile sbarco in piazza della Repubblica della Apple. Proprio in quei tre piani che per circa vent’anni hanno ospitato i libri, potrebbe sorgere un punto vendita del gigante di Cupertino.

APPLE – Un’operazione ampiamente sviscerata: dal possibile accordo con Feltrinelli alla benedizione del sindaco Renzi, ‘innamorato’ da sempre della filosofia di Steve Jobs e primo sostenitore dell’operazione Hard Rock Caffe. Per adesso voci, non c’è una riga d’inchiostro. Da segnalare la preoccupazione dei rivenditori fiorentini Apple e l’irritazione di Feltrinelli per la fuoriuscita delle indiscrezioni. Nulla di più. Anche perché su questa ipotesi pende una spada di Damocle, il vincolo appunto.

VINCOLO – Il piano regolatore generale in vigore (art. 57 comma 5bis) prevede infatti che in determinate realtà del centro storico alcuni immobili siano vincolati al rispetto di parametri fissi: il 70% della superficie adibita ad attività culturale, il restante 30% al commercio (dalla ristorazione in su). Tecnicamente si chiama destinazione d’uso. Da qui la petizione dei librai: un invito forte alla politica a non alterare la norma vigente. “Non lo facciamo per la Edison” hanno sempre detto in coro i 38 lavoratori della libreria fiorentina “anche perché ormai non si torna indietro, questa libreria è praticamente morta. La nostra speranza è che anche dopo la nostra chiusura qui dentro si continui a vendere libri oppure a fare cultura”.