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Cronaca

Agguato in Curia all’arcivescovo Betori: dubbi sulla tempistica

Gli investigatori nutrono dubbi sulla tempistica: nei racconti dei religiosi ci sarebbero incongruenze fra la dinamica dell'aggressione e la durata delle diverse fasi

Si riaccendono i riflettori sulla Curia fiorentina dopo che il 4 novembre scorso un attentatore, non ancora identificato, ha sparato a don Brogi segretario dell’Alto Prelato, Giuseppe Betori. Oltre a setacciare i due identikit tracciati grazie alle testimonianze del due clericali, si vagliano le testimonianze degli stessi.

TEMPISTICA - La procura di Firenze, insieme alla squadra mobile, sta accertando i tempi dell’aggressione. La scena è stata raccontata dai due religiosi separatamente, durante colloqui con il pm e gli agenti della mobile. Le ricostruzioni sono analoghe, ma gli investigatori nutrono dubbi sulla tempistica. In pratica, nei racconti dei religiosi ci sarebbero incongruenze fra la dinamica dell'aggressione e la durata delle sue diverse fasi.

Da quanto raccontato da Betori e dal suo segretario, l'aggressore è entrato nell'androne della curia subito dopo l'ingresso dell'auto con i due religiosi. Poi ha sparato a don Brogi che, sceso dall'auto, gli si stava avvicinando. Il prete non si è accorto di essere stato ferito ed è andato a cercare aiuto. A quel punto, l'aggressore, rimasto solo con il vescovo, lo ha minacciato finché, probabilmente vedendo chiudersi il cancello automatico, è fuggito.
 

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