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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Careggi / Via Vittorio Locchi

Donna crocifissa a Ugnano: arrestato il maniaco seriale | VIDEO

Le forze dell'ordine hanno arrestato un 55enne accusato di essere l'omicida della 26enne romena morta in via Cimitero d'Ugnano

Era appassionato di fumetti da giovane, e ha imputato proprio ai ‘giornalini’ la vena sadica scatenata contro le prostitute per una quindicina d’anni. Da quando ne aveva una quarantina. Fino a quando quella perversione non ha ucciso una 26enne, costretta a una sbarra sotto il cavalcavia dell’A1. In quel caso la situazione ha valicato il limite della sua libido.  Violenze e sevizie che hanno fatto scattare l’allarme del “maniaco seriale”.  E’ accaduto con lei: Andrea Cristina Zamfir. Cittadina romena che occasionalmente si vendeva per raggranellare qualche soldo. Quella notte ha trovato la morte, a causa di un’emorragia interna, per una prestazione da 30 euro.

L'ARRESTO DEL MANIACO // VIDEO

ARRESTO - All’alba la squadra mobile, che ha effettuato le indagini insieme ai carabinieri, è andata a prelevarlo a casa. Ha 55 anni, fa l’idraulico ed è sposato con un donna dell’Est che lavora all’ospedale di Careggi. Luogo da cui la coniuge, ora all’estero, ed estranea ai fatti, ha portato via il nastro adesivo con cui era legata la ragazza trovata in via Cimitero d’Ugnano. Lui è Riccardo Viti, vive in via Locchi tra il nosocomio fiorentino e e Rifredi. Quando gli agenti sono entrati in casa, lui ha subito capito cosa stesse succedendo: “Ho fatto una cavolata – ha detto davanti a chi lo ammanettava”. Sullo stesso pianerottolo vivono i genitori di quello che è stato appellato come il “mostro”. Padre e madre anziani: l’ottantenne pietrificato. La madre gli ha domandato sbigottita: “Sei tu il mostro di Ugnano?” Lui: “Sì, sì ho fatto una cazz.. non pensavo morisse”.

Viti è stato condotto in questura, dove è stato sotto interrogatorio per otto ore. Fuori oltre alla stampa, il convivente della donna uccisa. Nel primo pomeriggio è arrivata anche la madre.  Dopo il fermo, il pm Paolo Canessa, quello che indagò sul “Mostro”, ha raccolto la confessione di Viti. Lui ha spiegato tutto in modo lucido e coerente ricostruendo i passaggi chiave di quella cruenta notte. Quando ha “abbordato” Andrea, la violenza e poi la cronaca  terminata in un omicidio. Infatti l’accusa mossa contro di lui è omicidio volontario aggravato dalla violenza e sequestro di persona. Adesso si attende la convalida del fermo dal gip. Provvedimento necessario: si temeva potesse fuggire. Riscontro necessario ma forte della confessione e del prelievo coattivo di dna di Viti. Che è stato riscontrato con quello trovato sul nastro, tagliato con i denti, prima di fare il “gioco”, come lui lo chiamava lui, in altri casi di violenza su lucciole. Tracce biologiche già riscontrate in altri tre casi, su cui da tempo stava lavorando il reparto scientifico dell’Arma, dei sette a suo carico: tre al vaglio della procura di Prato e altri quattro di quella Firenze. Ma è possibile che i casi di efferatezze, “godeva nel vederle soffrire”, siano di più. Forse una decina. La serialità non era emersa fino a questo momento perché gli atti sui maltrattamenti erano "divisi territorialmente per competenza tra due procure diverse – ha spiegato il pubblico ministero”.  

Il 55enne ha ammesso gran parte delle circostanze, ma non ha saputo spiegare quanti fossero gli episodi, che lui ha imputato alla sua sessualità. Deviata. Fatto sta che, ripercorrendo scene e ricordi, non ha mostrato davanti agli inquirenti tracce evidenti di pentimento. Questo non significa che la “bestia”, come l’ha definito il questore Raffaele Micillo, non fosse travolto da sensazioni. E’ stato lui stesso a spiegare che scappava non appena le prostitute con cui si appartava si mettevano a gridare vedendolo armeggiare i manici di scopa dopo averle legate. Strumenti ritrovati durante la perquisizione della casa.

La “bestia” nella vita quotidiana era un tipo docile, pacato: un casalingo. L’espressione “l’uomo della porta accanto” mai fu più calzante. Quando voleva sfogare le sue fantasie sessuali andava solo, come dimostra anche il video che lo riprende la notte del delitto mentre fa su e giù per la città a "caccia" di una prostituta.

INDAGINI - Le indagini sono andate avanti a oltranza: “In 90 ore l’abbiamo preso – ha precisato il dirigente della squadra mobile Lorenzo Bucossi – anche per la pressione di un maniaco seriale in città che poteva colpire ancora”. Visionando i video si è notato un furgoncino, un Fiat Doblò, che percorreva il viale delle Cascine fino ad arrivare in periferia.

L'UOMO IN AUTO VA A "CACCIA" DI PROSTITUTE LA NOTTE DEL DELITTO (video) 

SVOLTA - La vera “svolta” al caso l’ha data un’agente della mobile, che quando prestava servizio al reparto volante intervenne in piazza Gaddi per sedare una lite tra una prostituta e un cliente. Era il 1 maggio del 2012. Discussioni su particolari  richieste fatte a margine di un marciapiede che hanno portato a scartabellare gli archivi di via Zara fino a trovare la segnalazione di quella notte. E il nome del proprietario del veicolo, che aveva nelle sue disponibilità proprio lo stesso mezzo del video. Furgoncino che peraltro aveva segni evidenti di usura. Infatti l’artigiano lo usava per recarsi a lavoro, e quindi caricando sul tettino qualche oggetto si era scorticata la carrozzeria. Un’altra traccia che ha portato a Viti. “Questo dimostra quanto sia importante il controllo del territorio – ha detto il questore riferendosi all’intuito e la capacità di connessione dell’agente”.  

Nel tardo pomeriggio non è mancato qualche attimo di nervosismo quando il 55enne è stato portato in carcere. Fuori dalla questura alcuni cittadini hanno cominciato a inveire: “Carnefice, impiccati”.  

LA GENTE FUORI DALLA QUESTURA GRIDA: "IMPICCATI" || VIDEO

SODDISFAZIONE - Il questore si è complimentato con il capo della mobile, il responsabile della sezione omicidi Alessandro Ausenda e con gli uomini della questura. Congratulazioni arrivate anche dal prefetto Luigi Varratta:“Bravi polizia e carabinieri”. Così anche il capo della polizia, Alessandro Pansa, che ha elogiato gli investigatori della polizia fiorentina per il lavoro svolto.

Soddisfazione diffusa anche nel mondo politico. "Avete fatto un capolavoro, un bellissimo gesto prima del nostro arrivo” – ha detto il Primo Ministro Matteo Renzi da Palazzo Vecchio, dove si è svolta l'ultima giornata della tre giorni di 'The State of the Union'.  Ribadendo poi: “Lo Stato c’è”.   "Vorrei dire grazie – ha concluso - alle forze dell'ordine di Firenze, dal signor questore, all'Arma dei carabinieri, a tutte le donne e gli uomini che hanno consentito di arrestare nel corso della notte il reo confesso dell'omicidio della povera ragazza ad Ugnano. Lo dico perché' in questo periodo è forte la polemica nei confronti delle istituzioni, dello Stato e di chi veste una divisa".

Delitto di Ugnano, l'arresto del maniaco seriale

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