Restaurato il "Dio fluviale": torna alla luce l'opera di Michelangelo
Tre anni di lavoro per Accademia delle arti del disegno e Opificio delle pietre dure
Nel Cenacolo di Santa Croce a Firenze è stato presentato alla stampa e al pubblico il restauro del Dio fluviale, la statua realizzata da Michelangelo Buonarroti tra il 1526 e il 1527 e di proprietà dell'Accademia delle Arti del Disegno. Lo scultore e architetto Bartolomeo Ammannati, il 28 aprile 1583, donò l'opera all'Accademia che era stata costituita vent'anni prima, nel 1563, per volere di Cosimo I de' Medici, Giorgio Vasari e Vincenzo Borghini.
Tre anni di lavoro e un unico obiettivo, ripristinare la stabilità conservativa dell'opera che, fragile di per sé, aveva subito numerosi interventi a partire dal Cinquecento. Il lavoro compiuto dall'Opificio delle Pietre Dure, guidato da Marco Ciatti, con la direzione di Laura Speranza per l'Opificio delle Pietre Dure e di Giorgio Bonsanti per l'Accademia delle Arti del Disegno, è stato interamente realizzato dalla restauratrice Rosanna Moradei.
Riportato alla luce il colore originale ad imitazione del marmo. "L'intervento, lungo e sensibile", afferma Cristina Acidini, Presidente dell'Accademia delle Arti del Disegno, "ci consegna un'immagine che non si conosceva: un corpo potente, al quale il ritrovato biancore conferisce l'illusorio aspetto del marmo, pronto, come doveva essere nelle intenzioni di Michelangelo, per una 'prova generale' nella Sagrestia Nuova in San Lorenzo".