rotate-mobile
Cronaca Signa

La storia del Dinamitificio Nobel di Carmignano | FOTO

Nel comune di Signa si trovano i resti di una delle più importanti fabbriche di esplosivi del '900. Un fitto bosco nasconde oggi numerosi edifici abbandonati, un tempo impiegati nella di produzione di esplosivi

Per circa metà del Novecento, Signa ha ospitato una fabbrica di dinamite: un complesso gigantesco, che ha ricoperto un ruolo centrale nell'approvvigionamento dell'esercito italiano durante le due guerre mondiali. La fabbrica sorgeva in prossimità dell'Ombrone nell'Arno, vicino al confine con Carmignano, a cui deve il suo nome, sulla strada per Comeana. 

Gran parte degli edifici vennero costruiti all’inizio del '900, nel periodo dell'Italia giolittiana: la costruzione venne decisa nel 1910, mentre i terreni furono acquistati due anni dopo. L’area tra Comeana e Signa presentava tutte le caratteristiche necessarie per ospitare una fabbrica di esplosivi: una posizione nell'entroterra, lontano da grandi centri abitati, con a disposizione molta acqua per gli impianti e per la sicurezza antincendio. 

Lo stabilimento entrò in funzione poco tempo prima della Grande Guerra, fornendo principalmente esplosivi per le munizioni di artiglieria. Il primo nucleo di padiglioni fu progettato dall’ingegner Anderson della SIPI Nobel, che aveva progettato anche l’analogo impianto di Avigliana in Piemonte. Risulta documentata anche la presenza come progettista di uno dei pionieri del cemento armato in italia, l’ingegner Attilio Muggia, maestro di Nervi. 

Nel 1925 la fabbrica venne acquistata dalla società Montecatini, che nel decennio successivo acquisì anche la Società Generale Esplosivi e Munizioni con la nascita della ditta Nobel-SGEM. Nel periodo tra le due guerre lo stabilimento venne impiegato anche per sperimentazioni agricole e produzioni chimiche.

Negli anni precedenti al secondo conflitto mondiale la fabbrica venne nuovamente impiegata nella produzione di esplosivi a base di nitroglicerina. Lo stabilimento venne ulteriormente ampliato con nuovi edifici, mentre il trasporto del materiale avveniva con piccoli vagoni che correvano tra i padiglioni fino alla stazione ferroviaria. 

I tedeschi occuparono l'impianto nel 1944: lo stabilimento divenne così l'obiettivo di una serie di sabotaggi da parte dei partigiani. Si ricorda, in particolare, quello dell''11 giugno, quando un nucleo partigiano fece saltare un convoglio di 8 vagoni carichi di tritolo. Nell'esplosione persero la vita quattro partigiani capeggiati da Borgardo Buricchi, mentre la stazione ferroviaria venne distrutta e i binari rimasero inagibili per molto tempo. La fabbrica venne chiusa subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, mentre l'area venne bonificata nel corso degli anni'60 e mai più utilizzata. 

Dinamitificio a Carmignano-Signa credits by Christian Bernardinelli

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La storia del Dinamitificio Nobel di Carmignano | FOTO

FirenzeToday è in caricamento