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Cronaca

Le espressioni che solo un vero fiorentino riesce a capire

Sebbene quasi tutte presenti nel dizionario di lingua italiana, ci sono espressioni a cui solo i fiorentini ricorrono spesso e volentieri. Ecco quelle che potrebbero lasciare interdetto un interlocutore non toscano

Buhaiolo

Un’espressione colorita, legata ad un antico mestiere fiorentino. Quale? Ve lo avevamo raccontato poco tempo fa in un bell’articolo.

Calosce,Ciantelle, Pezzola, Toni e Bru-Ginsi
​La moda a Firenze necessiterebbe di un dizionario a parte. Alcune espressioni sono semplici storpiature (brusotto invece di giubbotto o bru-ginsi per i blue jeans), mentre le calosce (o anche chantilly, dall’omonima cittadina francese) sono gli stivali per la pioggia, le ciantelle sono ciabatte e/o i sandali, la pezzola indica il fazzoletto (impiegato per molteplici usi), ma la storia più curiosa riguarda sicuramente il toni, ovvero la tuta da ginnastica. Che, secondo la leggenda, arriverebbe direttamente dall’America.

Cannella
No, non è la deliziosa spezia impiegata per cucinare dolci e biscotti. La cannella a Firenze indica sempre e solo il rubinetto dell’acqua. Da intendere come diminutivo della parola “canna”.

Cencio
In Toscana non si usa “lo straccio” per spolverare i mobili o pulire i pavimenti, ma si preferisce “dare i’ cencio”. L’etimologia è incerta, forse riconducibile alla parola latina “cento, centonis”, indicante un abito, una coperta o un panno composti da vari pezzi di stoffa cuciti insieme. Attenzione: da non confondere con gli omonimi dolcetti toscani del periodo carnevalesco.

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