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Cronaca Pitti / Piazza di Santo Spirito

Dall'altra parte della barricata: i punkabbestia di piazza Santo Spirito

REPORTAGE in piazza Santo Spirito: l'altra faccia del degrado fiorentino quattro chiacchiere con un punkabbestia. Chi è, i luoghi comuni e perchè scelgono di vivere così

Santo Spirito, sono le due di notte, qualche persona si attarda nei locali della piazza, che stanno lentamente iniziando il rituale della chiusura, un’ultima bevuta, una sigaretta prima di salutarsi, un paio di ragazze che ridono girando l’angolo. Dopo un po’ nella piazza rimangono solo loro, cosiddetti “punkabbestia”, uomini e donne più o meno giovani che hanno scelto di vivere ai margini della società, che spesso si accompagnano con cani, che bevono, bivaccano, chiedono qualche spicciolo per comprarsi da bere, e che sono, spesso giustamente, indicati come la causa principale dell’evidente degrado di Santo Spirito.

Alcool, droga, zuffe tra cani, urla nel cuore della notte,sporcizia e escrementi che finiscono anche negli androni delle case. Sono anni che i residenti chiamano i carabinieri che non sono riusciti a contenere del tutto il fenomeno dilagante. Sono tante le storie e i luoghi comuni che circondano i punkabbestia, la più diffusa è che siano gente con alle spalle genitori facoltosi che gli permettono questo stile di vita, che non hanno voglia di lavorare, che hanno paura di affrontare una vita “normale”, ma sotto, come sempre, c’è di più. Dietro questa scelta di vita spesso c’è un desiderio profondo, un desiderio di rifiuto, della società, delle sue regole, dei suoi modelli di consumo. Più che una scelta politica, una scelta antipolitica, anarchica, lontana da ogni schieramento. Una decisione radicale, così distante dal nostro modo di vedere le cose, che la curiosità di capire, di spiegare, nasce spontanea.

È per questo motivo che, passeggiando per Santo Spirito, c'è Claudio (il nome è di fantasia). Dopo un'iniziale diffidenza, sfoga la sua rabbia davanti a una bottiglia di birra.

Allora Paolo, perché questa scelta?
Perché, perché... Perché ciò che vedo nel mondo non mi piace, mi disgusta, non volevo uniformarmi a chi voleva che fossi uno dei tanti soldatini della vita. Prima gli studi, il lavoro, una ragazza, sposi entro i 30 anni e poi un figlio, mi vengono i brividi a pensarci. Però non è una scelta semplice sai? Se fai lotta politica ti sfoghi, noi siamo oltre, abbiamo visto che le cose non si cambiano e viviamo ai margini di un mondo che ci odia.

Ma non potevi evitare questo cammino senza ridurti a vivere così?
So che per voi, per quelli normali, questa sembra una condizione inaccettabile, ma non si sta così male. Si impara a fare a meno di tutto il superfluo, e le piccole cose acquistano un valore enorme, c’è chi si affanna e fa le rate per il macchinone, io mi accontento di una birra e qualcosa per il cane, e forse vivo meglio di te.

I tuoi come l’hanno presa?
Beh alla fine se sono qui è anche per colpa loro, non sono certo uno di quelli che fa il punkabbestia col babbo ricco alle spalle, quelli praticamente non esistono, e quando ne scopriamo uno, di solito lo cacciamo via. Sono state le mie scelte di non allineamento e il rifiuto di queste scelte da parte della mia famiglia a portarmi qui, o facevo come volevano loro o mi cacciavano di casa, e allora me ne sono andato subito.

Pensi mai a loro?
Spesso, ma ora va bene così, chissà se tornerò da loro, magari un giorno li saluterò, ma ormai è andata.

Ma come vivi?
Ci sono punkabbestia che vivono di espedienti: furti, spaccio e cose del genere. Io alterno periodi in cui riesco a trovare un lavoretto saltuario, ad altri in cui vivo di elemosina. Ma un lavoro stabile mi impedirebbe di fare come voglio, di viaggiare per l’Italia a cercare i festival rave o di decidere per me stesso.

Senti arriviamo al punto, voi in questa piazza siete un problema, come risponderesti a chi vi vuole cacciare?
A questo punto Claudio si infervora, sputa per terra e stringe il pugno agitandolo per aria. “Ma chi sono queste persone che dicono che dobbiamo fare quello che vogliono loro? Io non do noia a nessuno e se qualche turista si arrabbia perché non è tutto pulito e perfettino come vuole lui, sono fatti suoi!”

Beh ma è innegabile che ci sono state risse, zuffe con i cani, episodi di criminalità...
Perché non ci sarebbero se sparissimo noi? Siamo solo noi a rubare? I turisti ubriachi non pisciano in giro come noi? E i cani basta lasciarli stare, non danno noia a nessuno e non li abbandoneremmo mai, spesso sono l’unica difesa contro chi cerca di rubarti le cose. No no la verità è che siamo il capro espiatorio più facile contro cui puntare il dito, siamo i cattivoni, e gli altri rubano e sporcano sul serio, beh finché lo faranno gli stessi che ci accusano io resto qua e faccio quello che mi pare!

E con questo Claudio prende la birra offertagli e decide che la nostra chiacchierata è finita, " Ciao grazie per  la birra" ; poi si allonta per tornare dai suoi compagni, dal suo cane, nel suo mondo così  "diverso" dal nostro, che forse non capiremo mai.

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