Tra degrado notturno e un allarme antincendio in Santa Croce
Un giro tra graffiti del centro storico nel mercoledì notte di Firenze. Quando i turisti non ci sono e tutto si vede con altri occhi
Quando le strade rimangono nude, spoglie dalle orde di turisti flottanti per le vie della culla del Rinascimento, le cose si pongono sotto altre prospettive. Il Duomo luccica di più, brilla l’incompiuta basilica di San Lorenzo e le anguste stradine medioevali di Firenze rimbombano, sotto i tacchi dei passanti. C’è di più.
Si vede come la scuola del decoro ancora non sia a regime tra graffiti di ogni genere e colore. Gialli, verdi e indaco. Scritte a caratteri cubitali su palazzi storici che diventano così una parodia di quello che erano.
Nel passeggiare per Firenze di mercoledì notte, sembra di attraversare una landa umida, compunta e un po’ desolata. Non manca qualche tocco di colore come la doppia fila di auto che da piazza Duomo arriva allo stop di via dei Cerretani, compreso. Oppure l’irrispettoso lascito di un microonde su una centralina elettrica davanti alla cattedrale, sembra di mirare Davide contro Golia.
Lo sforzo compiuto dai netturbini in divisa, con ramazze e Ape al seguito, non sembra bastare. Fuori dai cassonetti si trova di tutto: cumuli di sacchi neri, cartoni, cartoncini e carelli della spesa abbandonati ad una fermata dell’autobus. Anche se quel bus per loro non passerà mai.
Arrivando poi a Santa Croce di primo acchito rimane piacevole il chiassoso fare dei tanti in piazza, poi si notano le molte, in pratica tutte, bottiglie di vetro strette in mano tra una sorsata e l’altra. Il chiasso si trasforma in baccano.
Una parte di città stonata da alcol, gozzoviglio e bisboccio. E mentre c’è chi ozia c’è chi si allerta. Come quelle pattuglie di vigili del fuoco e di carabinieri costrette davanti alla basilica per sedare un allarme antincendio impazzito che per più di mezz’ora strilla a più non posso.
Arriva il rompete le righe, verso una nuova mattinata affollata di turisti e corse frenetiche in cui tutto questo passa di sfuggita e d’incuria, un po’ come le mura graffitate degli angoli scuri della città.
