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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Isolotto / Via del Poderaccio

Isolotto: maxi discarica e 5 famiglie costrette a vivere tra le baracche | FOTO

Alle spalle di via del Poderaccio un maxi discarica sulle sponde dell'Arno. Qui hanno trovato spazio anche cinque famiglie che hanno bisogno d'aiuto

Alle spalle delle casette della cittadella dei nomadi di via del Ponderaccio una maxi discarica. Nulla a che vedere con gli occupanti delle strutture, sia chiaro, solo un immondezzaio che si specchia nel fiume Arno. Decine di frigoriferi, poltrone, calcinacci, il kit perfetto di un’impresa di ristrutturazioni in dismissione. No mancano forassite e secchi da cantiere. A scavare su questa condizione di degrado, di fronte a quello che sarà il nuovo parco delle Cascine, il consigliere del Quartiere 4 Matteo Fanelli e quello regionale Giovanni Donzelli. Di buona lena, fanno strada nell’angusta viuzza che costeggia il campo del Ponderaccio.

Lo sversamento di materiali da costruzione appare come in una cava dove, un po’ qui un po’ la, avvengono gli sversamenti. “Questo è un punto che abbiamo presidiato già in passato. – racconta Fanelli – Ci trovammo una serie di tende che riuscimmo a fare sgomberare”.  E ancora: “Adesso ci siamo tornati e che bella sorpresa - ironizza”. Il consigliere spiega come questa situazione d’incuria vada a danno degli stessi rom del Poderaccio, in quanto si potrebbe pensare, a torto, che siano stati loro a compiere gli sversamenti. “Credo che in questo caso la squadra antidegrado del Comune abbia fallito – conclude Fanelli”.

Degrado via del Poderaccio



Affacciato sui cumuli di rifiuti, la maggior parte dei quali deve essere smaltita secondo precise procedure, un  ragazzo romeno esce da delle baracche. Racconta che ci sono cinque famiglie all’interno di quel tugurio, nessun bambino o minore, e che si arrangiano come possono. “Eravamo al Conad, poi ci siamo spostati qui, quest’angolo era pieno di rifiuti – racconta indicando il suo casottino”. “Andiamo a raccogliere ferro, alluminio e rame vicino ai cassonetti ma non rubiamo”. E prima di salutare spiega di aver cercato un terreno da affittare come giaciglio, e di come gli abbiano risposto picche viste le normative vigenti.

Seguendo l’argine la situazione non migliora. Cambia solo quello in cui ci si imbatte. Invece di un maxi-frigorifero possono capitare i resti di una cucina carbonizzata. Non manca qualche stecca di eternit. Poi la strada scollina lasciando alle spalle robaccia e immondizia, e davanti un airone che si rinfresca in Arno.

 

 

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