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Cronaca

Perché la cupola del Duomo è un’opera mai portata a termine

“Vado a Roma a far la tua sorella, di te più grande sì ma non più bella”, disse Michelangelo rimirando orgoglioso la sua più grande opera. Anche se non tutti sanno che, proprio a causa sua, la più grande cupola in muratura mai costruita presenta delle incompletezze. 

Si racconta che Brunelleschi, una volta terminata la costruzione della cupola, iniziò a dedicarsi alle rifiniture. Tra queste vi era il rivestimento del tamburo ottagonale collocato alla base superiore, ovvero quella parte che collega il perimetro inferiore della cupola alla struttura su cui poggia. Se osserviamo bene però è facile notare come in realtà vi siano dei pezzi mancanti: quella parte infatti non fu mai terminata dai suoi autori.

Nei primi del ‘500 per l’ultimazione del tamburo vennero selezionati tre artisti: Giuliano da Sangallo, Simone Pollaiolo e Baccio d’Agnolo. Quest'ultimo disegnò un ballatoio a loggiato con colonne di marmo bianco che avrebbe dovuto avvolgere gli otto lati che formano la base della cupola. Nel 1515 l’architetto terminò la realizzazione del primo degli otto lati. 

Prima di andare avanti con i lavori, si dice che Baccio volle interpellare il grande Michelangelo, chiedendogli un'opinione sincera sul suo lavoro. Il celebre artista si mise ad osservare l'opera che, tanto gli pareva brutta, arrivò a definirla una “gabbia per grilli”. Baccio d'Agnolo, offeso dal giudizio risoluto di Michelangelo, decise così di interrompere i lavori, lasciando l’opera per così dire incompiuta, così come è rimasta fino ai giorni nostri.

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