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Cronaca

Voragine su Lungarno Torrigiani: aperta inchiesta per crollo colposo

Vertice tecnico tra il sindaco Nardella e il Presidente di Publiacqua. Ecco le ipotesi di ricostruzione

Si cerca di risalire alle dinamiche per attribuire responsabilità e capire così a chi far pagare il crollo del Lungarno Torrigiani. Il sindaco ha già chiarito che, a dir suo, ci sarebbe stato un errore umano alla base del collasso di 200 metri di strada. Nel mirino di Nardella ci sarebbe la municipalizzata Publiacqua e una serie di lavori che si stavano effettuando nelle ore precedenti al crollo. L'azienda ha però fatto sapere di aspettare le perizie per accollarsi eventuali responsabilità.

Stamani il primo cittadino ha convocato il numero uno di Publiacqua per un vertice tecnico. "Se verranno accertate le nostre responsabilità - ha chiarito Filippo Vannoni - non farò sconti a nessuno. Però prima di parlare invito tutti alla calma: guardiamo prima cosa è successo". "L'azienda - riporta la Dire - c'è, è a disposizione e se sarà responsabile pagherà fino all'ultimo euro per i danni".

"L'area non è ancora nella nostra disponibilità, i tubi sono ancora sommersi - ha continuato Vannoni parlando con Skytg24  -. Questa mattina abbiamo richiesto all'amministratore delegato (Alessandro Carfi', ndr) una relazione puntuale, non appena arriverà prenderemo le nostre decisioni e chi ha sbagliato pagherà". 

PROCURA - Oggi intanto c'è stato il sopralluogo del Genio Civile. I vigili del fuoco hanno invece già consegnato il rapporto operativo alla procura. Procura che ha aperto un'inchiesta per crollo colposo, senza indagati, sull'accaduto.

LAVORI - Ovviamente si lavora anche per ripristinare l'area, visto che il danno sarebbe ingente: 5 milioni di euro secondo le prime stime. Soldi che, ha detto il sindaco, non dovranno essere inseriti nella bolletta dei fiorentini. 

Dopo il primo tavolo tecnico con il genio civile e tutti gli enti che hanno competenza idraulica, questa mattina il secondo vertice. Partiti i lavori di somma urgenza per impermeabilizzare tutta la parte sottostante nel caso arrivassero le piogge e per stabilizzare il sito. Il gruppo tecnico, in somma urgenza, ha iniziato i lavori per ricostruire il muro di argine e ripristinare la viabilità. "Non possiamo superare il limite di settembre - ha detto Nardella -  Dopodiché vogliamo fare il Lungarno più bello di come era prima, e vogliamo che la data di fine lavori non vada oltre il 4 novembre, anniversario dell'alluvione di Firenze".

IPOTESI - Saranno due poi le ipotesi operative: una più accredita, l'altra per ora più di sottofondo. "Stiamo pensando di inserire una fascia di micropali in corrispondenza delle abitazioni, per mettere in sicurezza i palazzi -  ha spiegato l'ingegnere Giacomo Parenti, direttore generale del Comune -. Poi andremo a togliere la terra collassata. Infine demoliremo e ricostruiremo su nuove fondamenta la spalletta".  Alla soluzione tuttavia, ha confessato alla 'Dire', non mancano le incognite. Una su tutte: "C'è da capire se il manto stradale rimasto reggerà il peso dei macchinari necessari per inserire i pali nel sottosuolo".  

Per questo resta in pista una seconda ipotesi, ovvero fare i lavori al contrario: partire dall'Arno, issando una "palancolata" sul fiume, demolire l'argine, ricostruire, svuotare e ripienare. Il costo? "Stiamo valutando una soluzione che possa costare tra i 4 e i 5 milioni" ha assicurato Parenti.

Sui tempi c'è invece incertezza, anche se il lavoro va fatto in fretta visto che c'è apprensione sulla tenuta delle spallette lesionate se il timing si dovesse allungare fino alle piene autunnali. Parenti però taglia corto: "Lo potremmo fare in alcune settimane, ma dobbiamo partire subito".

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