Crollo di Lungarno Torrigiani: è guerra su cause e tempi intervento / FOTO
Per il Comune il cedimento sarebbe da imputare alla rottura di una tubatura. Publiacqua però si difende
Il collasso di Lungarno Torrigiani porta con sè rabbia e dubbi. Rabbia dei cittadini che vedono sprofondare l'argine che conduce a Ponte Vecchio, affacciato sulla Biblioteca Nazionale, e perplessità perchè in molti si chiedono cosa non abbia permesso di bloccare un disastro che sta facendo il giro del mondo.
Ieri, già intorno alla mezzanotte, la strada si era allagata. Episodio confermato anche da alcuni video postati in rete dai residenti. Sul posto, ha poi spiegato il sindaco Nardella, sono arrivati vigili urbani e tecnici. La strada sarebbe stata chiusa e le prime auto spostate. Dal primo intervento al crollo di 200 metri di asfalto, sono però trascorse tra le quattro e le cinque ore. Fortuna ha voluto che il collasso avvenisse all'alba e non ci siano stati feriti. "Non si capisce come è avvenuto" ha detto l'ingegnere del Comune Giacomo Parenti. Quel che è certo è che dopo la variazione di pressione del tubo passante della rete idrica di Publiacqua - che ha 60 anni di età -, registrato nel corso della notte, teoricamente riassorbito alle 3 del mattino, e il secondo allarme scattato alle 6.15, si è formata una buca profonda 6 metri, di terra scavata del sottofondo stradale. A essere interessati sono due tubi da 70 centimetri e un altro da 40. La stima attuale è di qualche centinaio di metri cubi portati via. A complicare le cose sarebbe stato il fatto che il sottofondo stradale era composto di cemento armato che è molto resistente, ed è stato tale da non far percepire l'evento di un crollo dell'argine.
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RETE - I fiorentini si stanno quindi scaricando in rete dopo che si sono registrati forti disagi a viabilità, acqua nelle abitazioni, scuole e ospedali. E perchè l'Arno spaventa sempre, in particolare nei cinquat'anni dall'Alluvione. Non mancheranno, e non mancano già, le polemiche a riguardo, come già ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Eugenio Giani: "Non è stato l'Arno, come si vede la spalletta è rimasta in piedi. Il fiume non c'entra e questo mi rincuora. Il collasso è dovuto ad un errore umano, ovvero al guasto di una condotta dell'acqua". "Personalmente continuo a pensare, e mi convinco - ha detto il sindaco Nardella alla Dire dopo la conferenza stampa del pomeriggio dopo la riunione dell'unità di crisi - che qui ci sia un errore umano, rispetto al quale voglio essere molto chiaro: chi ha sbagliato deve pagare". Un errore che, nel caso, sarebbe carissimo: la stima dei danni sarebbe di circa 5milioni di euro. Ma la dirigenza di Publiacqua difende se stessa, contro quanto affermato finora da più fronti, istituzionali e tecnici. L'ordine di causa ed effetto, per l'ad Alessandro Carfi, sarebbero da invertire: "Quello che non sappiamo al momento è quali tubi si sono rotti e se sono causa o riflesso dello smottamento". La procura ha aperto un'inchiesta sulla vicenda.