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Cronaca

"Indennità non regolari": la Corte dei Conti indaga su Palazzo Vecchio

Ipotesi di danno erariale da quasi un milione di euro

Hanno tempo fino al 30 giugno per formulare le proprie controdeduzioni l’ex assessore al personale Giacomo Billi e i dirigenti di Palazzo Vecchio tirati in ballo dalla Corte dei Conti. L’ipotesi di danno erariale è di poco inferiore al milione (955 mila euro) e riguarda il periodo 2010-2014, anni in cui era sindaco il premier Matteo Renzi. A darne conto è il quotidiano La Repubblica, che spiega come secondo le ipotesi della magistratura contabile le “segreterie degli assessorati di Palazzo Vecchio si pagavano indennità e straordinari sulla base di procedure non regolari”. Una pratica messa in atto per oltre 10 anni.

Sarebbero nove in tutto le persone raggiunte da invito a dedurre per un’inchiesta partita nel gennaio del 2014 dopo le proteste dei dipendenti comunali per la sospensione del pagamento delle indennità di segreteria. Le indennità di segreteria originate dall’accordo del 2002, secondo le ipotesi contestate, non passarono al vaglio dell’Aran (l’agenzia nazionale competente sui contratti pubblici) e dei revisori dei conti. E vennero accresciute, sempre secondo l’accusa, di un salario accessorio. Ma “l’amministrazione avrebbe dovuto prevedere, al fine dell’erogazione del compenso medesimo, i relativi accantonamenti all’interno del Fondo per le politiche di sviluppo delle risorse umane per la produttività”. Insomma l’indennità era già comprensiva di ogni emolumento. “Nei prossimi mesi, sulla base delle controdeduzioni presentate, potrebbero partire i primi atti di citazione”, scrive Repubblica.

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