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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Figline Valdarno

Valdarno: operaio cassintegrato per l'emergenza Coronavirus sgozza la figlia di 3 anni

L'uomo ha poi tentato il suicidio. Salvato dai pompieri e dai carabinieri. Ferito anche il fratellino. I vicini: "Era stressato e preoccupato"

Tragedia familiare in Valdarno. Un uomo ha ucciso la figlia di 3 anni e mezzo accoltellandola al collo, poi si è gettato in un pozzo per uccidersi a sua volta. L'hanno salvato i vigili del fuoco e i carabinieri.

E' accaduto a Levane, una frazione di Bucine, paese dell'Aretino. L’uomo, un operaio di 39 anni, attualmente in cassa integrazione a causa della crisi legata all'emergenza Coronavirus, è stato tirato fuori dal pozzo e trasportato d'urgenza in ambulanza all’ospedale della Gruccia, in Valdarno.

Secondo i primi accertamenti dei militari della compagnia di San Giovanni Valdarno, intervenuti ieri mattina in via Togliatti, il delitto si sarebbe consumato in casa intorno a mezzogiorno. Era presente anche l’altro figlio di 12 anni, mentre la madre era fuori a fare la spesa.

Forse in preda a un raptus, forse a causa di una precedente lite familiare, il padre si sarebbe scagliato contro i figli impugnando un coltello da cucina.

La bambina, raggiunta al collo dai fendenti, sarebbe morta in pochi istanti, mentre il fratello - lievemente ferito - sarebbe riuscito a scappare e a raggiungere la casa dei vicini, da dove è partito l'allarme.

L'operaio, originario del Bangladesh, sarebbe stato visto correre nudo verso il vicino pozzo, con l'arma in mano, dove si è poi buttato. All'arrivo dei soccorritori, per la bimba non c'era già più nulla da fare. La moglie, rientrata dalla spesa e scoperto l'accaduto, è rimasta gravemente sotto choc.

Il 12enne è stato trasportato all'ospedale valdarnese della Gruccia, con lievi ferite da taglio. Nello stesso ospedale, anch'egli non grave, è stato portato anche suo padre, tirato su dal pozzo dai pompieri e dai carabinieri. Pozzo nel quale è stato ritrovato il coltello utilizzato per il delitto.

Secondo alcune testimonianze, nella famiglia del 39enne - arrestato per omicidio dai carabinieri coordinati dal pm aretino Laura Taddei - nei giorni scorsi ci sarebbero state diverse discussioni, causate forse da problemi economici e convivenza forzata. L'operaio, che lavora per una ditta di pulimentatura, appariva stressato e preoccupato.

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