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Cronaca

Coronavirus, le mascherine da 50 centesimi sono introvabili

Va meglio per quelle gratuite distribuite dalla Regione, anche se in poche ore finiscono

Tiene banco il tormentone mascherine, specie dall'annuncio del commissario per l'emergenza coronavirus Domenico Arcuri di ormai oltre una settimana fa: “Saranno in vendita a 50 centesimi in farmacia”.

In teoria dal 4 maggio, primo giorno della fase 2. Ma un po' in tutta Italia si registrano testimonianze che dimostrano come tra il dire e il fare ci siano di mezzo, se non proprio un mare, parecchi problemi. Anche a Firenze le mascherine da mezzo euro sono quasi introvabili.

“A parte che costerebbero 61 centesimi, non 50, perché c'è da aggiungere l'Iva”, non si stancano di ripetere i vari farmacisti interpellati in città. Ma questo è il meno.

“Le mascherine a cinquanta centesimi? Non ne abbiamo, non se ne trovano, non ci arrivano dai fornitori”, spiegano dalla farmacia di Borgo San Frediano, dove invece questa mattina, intorno alle 10:30, stavano già esaurendosi quelle gratuite distribuite ogni giorno dalla Regione (queste ultime però, seppur spesso terminano in poche ore, più o meno si riescono a trovare).

Stesso discorso nella farmacia di piazza Santo Spirito, mentre in piazza Piattellina, sempre in Oltrarno, nei pressi di piazza del Carmine, spuntano anche quelle da 50 cents. “Ma gliene posso dare al massimo due, perché ne abbiamo poche”, si affretta a dire il farmacista.

La situazione la spiega bene Piero Pacenti della storica Farmacia Pitti di piazza San Felice, un'istituzione del quartiere che ha resistito al lungo 'assedio' di un cantiere che l'ha oscurata per molto tempo.

“Le mascherine che avevamo in magazzino, comprate in precedenza dai fornitori a prezzi più alti, le abbiamo dovute vendere a prezzo ribassato a partire dalla data indicata da Arcuri”, spiega Pacenti.

“Poi sono finite, ci è stato promesso che ci sarebbero arrivate a 40 centesimi ma tuttora non arrivano”, prosegue il farmacista.

Ed è quello che, in soldoni, dicono anche gli altri farmacisti. “Aspettiamo di vedere come si evolve la situazione, per ora niente. Quelle della Regione invece sì, quelle arrivano anche se le finiamo rapidamente”, conclude Pacenti.

Qualcun altro invece quelle gratuite si rifiuta di tenere. “E' una procedura volontaria”, si legge in foglio affisso come giustificazione da un farmacista della zona.

Ieri sera, intervistato alla trasmissione Piazza Pulita su La7, il viceministro Pierpaolo Sileri in merito alle mascherine da cinquanta centesimi ha detto che arriveranno soluzioni “entro 48 ore”.

Sempre ieri è stato siglato un nuovo accordo tra Arcuri e i rappresentanti di categoria dei farmacisti Federfarma e Adf, per arrivare a produrre diversi milioni di mascherine a settimana.

Secondo l'accordo i farmacisti potranno comprarle a 40 centesimi circa, con un guadagno quindi di 10 centesimi (arrivando così ai famosi 50 centesimi, più 11 di Iva si arriva al prezzo finale: 61 centesimi). Nei prossimi giorni le 'mascherine di Stato' dovrebbero (il condizionale è d'obbligo) quindi ricomparire sugli scaffali.

Oggi, d'altra parte, il presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro ha annunciato che si possono usare anche le mascherine 'fatte in casa', come fanno già in molti.

“Quelle che possiamo usare come popolazione generale (ovviamente questo non vale per un medico in ospedale ad esempio, ndr), di comunità, che servono a evitare una dispersione delle goccioline contenute nel nostro espirato e a proteggere gli altri, sono mascherine multistrato, che una persona può anche confezionare in proprio”, le parole di Brusaferro. Mascherine che devono, appunto, coprire bocca e naso ed essere multistrato.

Che sia la soluzione per risolvere il problema? Magari ne beneficerebbe anche l'ambiente. Del resto, non ci si annoia mai: ora introvabili sono i guanti.

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