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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Betori, omelia 'savonaroliana': "Non basta guardare la bellezza e restarne estasiati, bisogna rompere con la città della rendita"

L'Arcivescovo entra indirettamente nel dibattito sul piano 'Rinasci Firenze': "Il turismo di massa ha staccato la testa della città dal suo corpo"

"È importante che un progetto nuovo di città apra scenari davvero innovativi che rompano con la città delle rendite, con la disarticolazione dei suoi territori, con la scarsa attenzione alle esigenze della vita sociale".

Sono parole scandite dal cardinale Giuseppe Betori, nel corso dell'omelia pronunciata stamani nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore per la Messa di Pentecoste.

"Altrettanto importante è che il progetto resti ancorato saldamente alle radici dell’identità storica di Firenze, che il turismo di massa ha rischiato di ridurre a vetrina e non più a humus culturale, staccando il cuore della città dal suo corpo" ha affermato l'Arcivescovo di Firenze.

Il riferimento indiretto è al piano 'Rinasci Firenze' annunciato dal sindaco Dario Nardella e al dibattito in corso in città per affrontare le prossime fasi dell'emergenza - sociale ed economica - Coronavirus.

"Decisivo in questo progetto - ha aggiunto Betori - sarà il modo con cui esso assicurerà la centralità della persona e l’esercizio della solidarietà".

"I prevedibili minori flussi turistici – ha sostenuto l’Arcivescovo – non possono essere subiti come una minore rendita, ma colti come occasione per ridare spazio alle funzioni di base di una comunità: la conoscenza, le relazioni, i vincoli familiari, la vitalità della società civile, la cura delle persone e dell’ambiente, il lavoro".

E questo senza cancellare il nostro volto – ha evidenziato Betori – quasi che dovessimo vergognarci della bellezza che ci circonda, ma farne piuttosto motivo di crescita della coscienza identitaria ed etica della convivenza".

"Non basta guardare ciò che è bello e restarne estasiati - ha concluso l'Arcivescovo - ma occorre capire quali sono stati i valori e i legami che lo hanno generato. Sono gli stessi fondamenti a cui oggi dovremmo attingere".

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