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Cronaca

Coronavirus: è allarme lavoro. I sindacati: "boom ammortizzatori sociali"

Cgil, Cisl e Uil Firenze: “Serve cabina di regia con la Città Metropolitana per gestire le ricadute occupazionali”

Richieste di ammortizzatori sociali per oltre 3.000 dipendenti, lavoratori che non sanno se lunedì prossimo rientreranno al lavoro o sono già lasciati a casa all'ultimo momento, magari con un messaggino via Whatsapp.

“La situazione economica creata dal Coronavirus è senza precedenti, e va affrontata tutti insieme, senza azioni unilaterali, tutti con grande senso di responsabilità, trovando anche risposte nuove”: così i sindacati  Cgil, Cisl e Uil Firenze hanno avanzato ieri al sindaco della Città metropolitana Dario Nardella una richiesta urgente affinché convochi un tavolo per creare una cabina di regia a livello di area metropolitana e gestire così le inevitabili “ricadute occupazionali” che derivano dalla cridsi dovuta all'emergenza Covid-19.

Le cifre, d'altronde, non possono che spaventare: a Firenze, nel settore turistico, nei giorni scorsi già 15 alberghi hanno chiesto la procedura di attivazione di ammortizzatori sociali, per circa mille addetti coinvolti; nel settore manifatturiero, nella moda e nella meccanica, comparti più esposti all’export, le richieste di attivazione di ammortizzatori sociali sono già 77, per 2.500 lavoratori coinvolti. E si tratta di numeri non aggiornati: “Oggi la situazione è sicuramente peggiorata” segnalano i sindacati.

Cgil, Cisl e Uil hanno quindi avanzato un appello alle controparti datoriali, perché si faccia al più presto un incontro, per evitare che si vada “in ordine sparso” nella gestione delle crisi. “Il primo pensiero è per l’emergenza sanitaria ovviamente, e un ringraziamento va agli operatori sanitari che ogni giorno sono in prima linea. Detto questo il nostro dovere è la tutela dei lavoratori e dei loro salari - hanno detto Paola Galgani (segretaria generale Cgil Firenze), Roberto Pistonina (segretario generale Cisl Firenze-Prato) e Paola Vecchiarino (Responsabile Uil area fiorentina) - Le nostre sedi sono aperte, con le precauzioni dal caso, per fare attività di tutela individuale e collettiva e anche in questi giorni i nostri sportelli ricevono tante persone preoccupate per il lavoro”.

Il quadro si sta già facendo pesante: “lavoratori di un locale del centro di Firenze hanno ricevuto un messaggio Whatsapp dal datore, in cui si spiega che l’attività è chiusa: messi alla porta senza nemmeno capire se licenziati o sospesi - spiegano i sindacati -. Nel mondo degli appalti, nei vari settori, la situazione è complicata: c’è l’esigenza di rimodulare i servizi per garantire lavoro e aiuto alle famiglie con più fragilità”.

“Questa situazione conferma come sia indispensabile una gestione condivisa dell’emergenza, seguendo l’appello del Presidente della Repubblica Mattarella all’unità, alla condivisione e alla solidarietà in questo momento difficile”, concludono Galgani, Pistonina e Vecchiarino.

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