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Cronaca Empoli

Empoli: cooperative di trasporti omettono fatturazioni per 300mila euro

La Guardia di Finanza ha scoperto che due cooperative di trasporto per conto terzo non aveva versato ritenute e contributi per 219mila euro oltre a omettere fatturazioni per 300mila euro

La Guardia di Finanza ha scoperto che due cooperative di trasporti empolesi facevano passare i contratti dei propri dipendenti sotto altre forme contrattuali non versando così i contributi dell’Inps oltre ad aver omettesso fatture per 300mila euro. L’indagine delle fiamme gialle ha riguardato un periodo di tre anni, da luglio 2008 a settembre 2011, scoprendo che per 13 autisti era stata usata la formula dell’associazione in partecipazione e che per 49 lavoratori era stata sfruttata la formula del rimborso spese, in quanto esenti dal pagamento dei contributi.
Dalle indagini sono emersi omessi versamenti di contributi per 107mila euro, ritenute d’acconto per 112mila euro e prestazioni non fatturate per 300mila euro. Inoltre sono stati scoperti due lavoratori in nero.

Lo “schema”, in pratica, prevedeva l’uso di una prima cooperativa che, dopo aver raccolto gli ordini, subappaltava alla seconda cooperativa a cui concedeva in noleggio i mezzi anticipando le spese per il carburante. La seconda invece gestiva esclusivamente la forza lavoro, ossia gli autisti “assunti” con il sistema “dell’associazione in partecipazione”. Questa forma contrattuale si è scoperto essere un espediente per non pagare le tasse e abbassare i costi, rendendo le cooperative più competitive sul mercato dell’autotrasporto con prezzi minori rispetto alle altre aziende del settore.

STIPENDI - Dai riscontri dei finanzieri è emerso come gli associati (autisti) non avessero autonomia nell’attività e non visionassero i rendiconti della gestione come previsto in quella data forma contrattuale. Di fatto erano dei dipendenti i cui stipendi mensili si basavano su una paga giornaliera, oscillante tra i 65 e 90 euro in base ai luoghi delle consegne, moltiplicato per le giornate lavorate. Il salario era diviso in due parti. La prima, sino a 600 euro, figurava come “utile di associazione in partecipazione”; la seconda come rimborso spese di fatto mai avvenute su cui però non si pagano le tasse. La Guardia di Finanza ha inviato una segnalazione all’Agenzia delle Entrate per correggere le dichiarazione dei redditi dei dipendenti che attraverso il sistema del “rimborso spese” hanno dichiarato redditi inferiori.
 

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