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Cronaca

Lampade abbronzanti: controlli della Asl di Firenze nei centri solarium

Il rischio melanoma aumenterebbe per chi usa solarium prima dei 30 anni

Controlli della Asl nei centri estetici dove si utilizzano apparecchiature per l'abbronzatura artificiale con raggi ultravioletti, i cosiddetti solarium. 
I controlli hanno lo scopo di verificare i valori di emissione consentiti dalla legge. “Sono – si legge in un nota - inoltre volti a sensibilizzare gli operatori del settore in merito all’importanza della corretta gestione e manutenzione degli apparecchi per la prevenzione dei rischi sanitari a carico dei clienti e degli operatori stessi”.

FOTORADIOMETRO - Il servizio di Igiene e sanità pubblica che opera nel Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria di Firenze si è dotato recentemente di un fotoradiometro, un apparecchio con cui è possibile effettuare la misura dei valori di irradianza dei solarium, e quindi verificare il rispetto del valore limite di emissione stabilito dalla legge. Tecnici e medici hanno seguito un apposito corso di formazione relativo agli aspetti sanitari correlati all’esposizione a radiazioni UV, alle caratteristiche tecnico-costruttive degli apparecchi solarium, alle modalità d’uso del fotoradiometro e valutazione dei risultati, alle misure di sicurezza che gli operatori devono adottare per l’effettuazione delle misurazioni, agli eventuali provvedimenti da prendere. A breve inizieranno le verifiche sul campo in collaborazione con i colleghi della Asl che si occupano di verifica degli impianti e delle macchine.

“Nel 2009 - si legge in una nota - l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha incluso i dispositivi che emettono radiazioni UV nel gruppo 1 dei cancerogeni per l’uomo, quelli certi, ed ha pubblicato una ricerca da cui emerge che il rischio di contrarre il melanoma cutaneo è aumentato del 75% in chi utilizza il solarium prima dei 30 anni, e che vi sono consistenti evidenze di una correlazione con il melanoma oculare. Da una recente ricerca condotta dalle Università di Cambridge e di San Francisco, emerge che l’esposizione alle radiazioni UV dei solarium sarebbe causa ogni anno di 10.000 casi di melanoma (di cui 3.400 in Europa) e di 450.000 tumori cutanei diversi dal melanoma. Particolarmente a rischio risultano coloro che si sottopongono all’abbronzatura artificiale in giovane età. 
Secondo l’OMS, l’Organizzazione mondiale della sanità, ogni anno muoiono nel mondo circa 60.000 persone a causa della sovraesposizione ai raggi UV, di cui 48.000 per melanoma e 12.000 per carcinomi cutanei; inoltre circa il 90% dei melanomi ed altri tumori cutanei è attribuibile ai raggi UV. Il melanoma è in progressivo aumento in tutto il mondo e, a partire dal 2004, la sua incidenza nella popolazione di razza bianca è aumentata del 3% ogni anno: si stima sia la quinta neoplasia più frequente nei maschi e la sesta nel sesso femminile. Il melanoma cutaneo ha un’incidenza annua in Italia di 14,3 casi per 100.000 uomini e 13,6 casi per 100.000 donne. In Toscana vengono diagnosticati 18 nuovi casi all’anno ogni 100.000 abitanti”.

 
Il rischio legato all’utilizzo dei solarium dipende essenzialmente dal tipo di radiazione UV emessa (con prevalenza UVA o UVB), dalla sua intensità, dal tempo di esposizione, dal fototipo del soggetto, dalle caratteristiche tecniche e di manutenzione dell’apparecchiatura, dal livello di preparazione dell’estetista.  

L’utilizzo del solarium è proibito ai minori di 18 anni, alle donne in stato di gravidanza, ai soggetti che soffrono o hanno sofferto di neoplasie della cute o che hanno una familiarità per queste patologie, ai soggetti di fototipo I e II (che non si abbronzano o che si scottano facilmente all’esposizione al sole). È sconsigliato a soggetti con un elevato numero di nei, a chi tende a produrre lentiggini, ai soggetti con una storia personale di frequenti ustioni solari in età infantile e nell'adolescenza, a chi assume farmaci fotosensibilizzanti, a soggetti con patologie dermatologiche che possono essere aggravate dall’esposizione ai raggi UV.
 

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