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Cronaca Capraia e Limite

Contraffazione di marchi griffati: borse vendute sul web

Fermati due italiani e un cittadino cinese

Stamani la guardia di finanza ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di 3 persone di cui 2 italiani (45 anni e 44 anni residenti a Lastra a Signa e Scandicci) ed un quarantenne cinese di Capraia e Limite in quanto ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla produzione e commercializzazione di prodotti di pelletteria recanti marchi contraffatti.

Nel corso dell’operazione è stato posto sotto sequestro 1 capannone di oltre 200 mq, ubicato nel comune di Capraia e Limite, al cui interno è stata rinvenuta attrezzatura varia idonea al taglio delle pelli ed alla realizzazione dei manufatti, nonché punzoni e “cliché” necessari per ottenere prodotti del tutto identici agli originali ed oltre 5.000 articoli contraffatti per un valore complessivo di 1 milione e 200 mila euro.

L’articolato contesto investigativo è stato avviato alcuni mesi fa dalle fiamme gialle scoprendo che – dopo prolungati appostamenti e riscontri informativi acquisiti anche con l’esecuzione di intercettazioni telefoniche e telematiche – i 3 soggetti (quest’oggi arrestati) avevano costituito una “filiera del falso” dedita alla produzione e commercializzazione di articoli di pelletteria contraffatti di elevatissima fattura (completi anche dei certificati di garanzia), specializzata soprattutto nella produzione del diffusissimo modello denominato “Antigona”, della casa di moda Givenchy nonché degli esemplari più in voga dei marchi Celine, Dior, Prada e Yves Saint-Laurent.

Le attività di pedinamento ed osservazione, svolta anche in ore notturne, hanno messo in luce che il centro “produttivo” della merce taroccata era stato localizzato - per non destare sospetti -  nelle campagne del comune del comprensorio Colle Val d’Elsa di Capraia e Limite. Le indagini svolte sino adesso hanno consentito di accertare che i canali di vendita utilizzati per distribuire gli articoli contraffatti erano, prevalentemente, il mercato “online” mediante siti specializzati o, in alcuni casi, esercizi commerciali dediti alla commercializzazione di prodotti di “seconda mano”.

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