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Cronaca

Condizioni delle Questure toscane, il sindacato: “Mancano i defibrillatori”

Dopo i decessi all'interno della Questura di Firenze il sindacato precisa come non ci siano a disposizione defibrillatori, apparecchi medici e di primo soccorso

Dopo le due morti avvenute nelle ultime settimane all’interno della Questura di Firenze il sindacato Ugl vuole precisare come i commissariati regionali soffrano tra le proprie mura di importanti carenze sanitarie. Nelle dieci questure toscane, una per provincia, non si troverebbe traccia di defibrillatori, apparecchi medici per il primo soccorso o qualsiasi altro mezzo sanitario.


TOSCANA – Ma le mancanze non sarebbero solo nei dispositivi sanitari. “Per quello che concerne, si legge in una nota firmata dal segretario toscano dell'Ugl Mauro Marruganti, la Questura di Pistoia, dove sono completamente assenti le camere di sicurezza, gli arrestati vengono addirittura fatti “accomodare” in una sorta di sala di attesa dove permangono fino a quando non compariranno dinanzi al Giudice. Tutto questo con evidenti pericoli per la incolumità delle persone ristrette che per quella degli operatori di polizia. Se presso la Questura di Prato, dotata di ambienti idonei, e presso la Questura di Livorno, dotata di celle ben congeniate, il buon senso e la capacità di quei Questori ha fatto si che fosse individuato personale dipendente preso a rotazione dai vari Uffici per non compromettere la prevenzione e la sicurezza pubblica, niente di tutto questo si può dire per la Questura di Massa e per la Questura di Siena. In entrambe queste province, infatti, in maniera molto semplicistica, è stato disposto che per vigilare gli arrestati si possa persino rinunciare al servizio reso dalla Volante 113 e far diventare gli operatori delle pattuglie una sorta di “secondini”. Aspetto grave, di una pericolosità estrema, se si pensa che, talvolta, soprattutto in orari notturni, è presente sul territorio una sola pattuglia e che quindi si arrivi all’assurda possibilità, nelle province di Massa e Siena, che il cittadino possa chiamare il 113 per un soccorso immediato e si senta rispondere che non c’è nessuna pattuglia presente!”

Per questo l’UGL toscana ha chiesto pubblicamente un intervento del Dipartimento della Polizia di Stato e del Governo al fine di rintracciare fondi per la realizzazione delle strutture, per il reperimento degli operatori e che sia data una linea guida sui criteri di vigilanza delle persone ristrette nelle camere di sicurezza ai vari Questori “imponendo” loro il mantenimento della prevenzione e del soccorso pubblico per l’utenza.

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