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Cronaca

Processo a 19 "anarchici": chieste condanne fino a otto anni

Chieste condanne fino a otto anni per 19 aderenti all'area anarchica. Tra le accuse del pubblico ministero quella di "Associazione con finalità terroristica". Uditi colpi di pistola nelle intercettazioni

Il pubblico ministero Angela Pietroiusti ha chiesto alla corte d'assise di condannare, da un minimo di 5 anni ad un massimo di 8 e quattro mesi,  19 aderenti all’area anarchica per associazione sovversiva con finalità di terrorismo e di eversione dello Stato.  Il pm ha chiesto condanne più alte per quattro imputati considerati i promotori di una serie di episodi avvenuti dall'ottobre 2005 ad oggi, tra cui minacce, danneggiamenti, occupazioni a Firenze: otto anni e quattro mesi la pena più alta; sette anni e sei mesi per gli altri tre promotori delle iniziative considerate eversive. Cinque anni sono stati chiesti per altri due imputati; condanne tra sei anni e sei anni e quattro mesi per tutti gli altri.

ACCUSA - Secondo il pubblico ministero, la lunga serie di azioni, tra minacce, occupazioni e danneggiamenti messi in atto dall'area anarchica fiorentina non sarebbero slegati l'uno dall'altro, ma farebbero parte di un unico disegno eversivo tale da portare all'accusa di associazione con finalità terroristica. Alcuni imputati sono accusati anche di danneggiamento aggravato per le scritte che comparvero sui muri di Firenze - 'Cioni ti odia' - contro l'ex assessore 'sceriffo' Graziano Cioni bersagliato per le sue politiche sulla sicurezza; di turbamento di seggio elettorale in relazione alle scritte 'Non votare coglione' comparse presso tre seggi dove nel 2008 si svolgevano primarie del Pd; di interruzione di pubblico servizio per l'occupazione di uffici dell'Enel di lungarno Colombo il 15 settembre 2006 quando otto persone incappucciate fecero irruzione per solidarizzare con alcuni anarchici di Pisa arrestati per l'attentato a un traliccio a Molina di Quosa avvenuto l'anno prima; di occupazione di un edificio comunale in largo Annigoni nel settembre 2006.

DIGOS - Nel processo ha trovato spazio anche la delicata testimonianza di funzionari della Digos, con avallo di un consulente del pm, per cui in quattro telefonate intercettate allo stesso imputato tra il marzo e l'ottobre 2007, si sarebbero uditi altrettanti rumori compatibili con colpi di arma da fuoco, forse una pistola automatica. Una circostanza, quest'ultima, negata dalla difesa. Alla requisitoria del pm - ed anche alle circostanze dei presunti colpi da arma da fuoco - replicherà l'avvocato difensore degli imputati, Sauro Poli, la prossima udienza fissata il 22 marzo.

 

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