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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Careggi, concorsi truccati a Medicina: nuove accuse a 13 professori

Falso e truffa, segnavano ore di lezione mai svolte

Nuovi guai in arrivo per i “baroni” di Medicina. La procura di Firenze ha aperto un nuovo filone d'inchiesta nella maxi indagine sui concorsi truccati all'Università scoppiata la scorso gennaio con 16 indagati e 14 interdizioni dall'insegnamento per altrettanti prof.

L'accusa, in quel caso, era quella di aver turbato la programmazione delle procedure di selezione di docenti e ricercatori. Stavolta a finire nel mirino della guardia di Finanza ci sono invece tredici professori. E le nuove ipotesi di reato individuate dai finanzieri coordinati dal pm Giulio Bonfiglio, titolare di una parte della maxi inchiesta, sono quelle di falso e truffa.

Secondo l'accusa, infatti, i tredici prof potrebbero aver certificato ore di lezione – fissate da una delibera del Consiglio d'Ateneo – che in realtà non avrebbero mai svolto.

Così, sarebbero non solo stati pagati per un servizio mai effettuato, ma grazie a questo “trucco” avrebbero ottenuto avanzamenti di carriera e, conseguentemente, di stipendio.

A suggerirlo sarebbero alcune telefonate tra gli indagati nel procedimento principale, telefonate intercettate dagli investigatori nel settembre 2018. Quelle intercettazioni hanno dato luogo allo stralcio da cui è nato il nuovo filone d'inchiesta, corroborato poi da un'ulteriore attività dei finanzieri culminata in una nuova annotazione all'autorità giudiziaria risalente all'aprile 2019.

L'accusa di falso nei confronti dei 13 prof – il procedimento tuttavia al momento è ancora a carico di ignoti - riguarderebbe l'aver attestato ore di insegnamento in realtà mai effettuate, mentre la truffa si configurerebbe nel caso in cui queste false attestazioni fossero provate come tali.

Per questo, sulla vicenda sta per puntare i propri fari anche la Corte dei Conti, al fine di valutare eventuali danni economici e di immagine all'Erario e all'Ateneo.

La maxi inchiesta sui baroni di Medicina è dunque tutt'altro che chiusa. Oltre al pm Giulio Bonfiglio, del caso si stanno occupando altri tre pubblici ministeri: il pm Luca Tescaroli (arrivato da Roma dopo il processo a Mafia Capitale) e i colleghi Antonino Nastasi (giunto da Siena dopo l'inchiesta Mps) e Paolo Barlucchi.

Quest'ultimo, insieme con la squadra mobile di Firenze, si sta occupando in particolare del presunto caso di concussione che vede protagonista, tra gli altri, il chirurgo Pierluigi Stefàno.

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