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Cronaca

Processo omicidio Meredith: la traccia di Dna sul coltello è di Amanda

E' di Amanda Knox la traccia di Dna individuata sul coltello considerato dall'accusa l'arma usata per uccidere Meredith Kercher e analizzata nel nuovo processo d'appello

La traccia di Dna sul coltello che si crede sia l’arma del delitto di Meredith Kercher è di Amanda Knox. Questo quanto emerge dalla perizia svolta dai Ris, disposta dalla Corte d’Appello di Firenze e  depositata oggi.  Il coltello da cucina venne sequestrato in casa di Raffaele Sollecito, che all'epoca del delitto era fidanzato con la studentessa americana. Le difese dei due imputati - che si sono sempre proclamati innocenti - hanno quindi sempre sostenuto come fosse normale la presenza delle tracce genetiche della giovane americana che frequentava normalmente l'abitazione e usava i vari oggetti. Nel corso delle indagini la polizia scientifica ha isolato un'altra traccia della Knox vicino al manico e della Kercher sulla lama. Risultati ritenuti inattendibili dai periti della Corte d'assise d'appello di Perugia che assolse i due giovani. La sentenza è stata poi annullata dalla Cassazione che ha disposto la celebrazione di un nuovo processo di secondo grado. Questa volta a Firenze.

 “La perizia conferma  -  commento del legale della famiglia Kercher - l'avvocato Francesco Maresca quello che era stato ufficiosamente anticipato. E' provato che il coltello è stato usato dalla Knox e tale elemento, valutato insieme a quelli già presenti, permette di ipotizzare la responsabilità degli imputati".  
 
ESAME - Nelle conclusioni i periti hanno evidenziato "la presenza di una quantità estremamente esigua di materiale genetico derivante dal contributo di uno o più soggetti femminili". Gli esperti dei Ris incaricati dell'esame ritengono il campione "in condizioni analitiche complesse (low-template Dna o low copy number)". Secondo i periti le comparazioni hanno "permesso di escludere l'ipotesi che materiale genetico di Meredith Susanna Cara, Rudy Hermann Guede e Raffaele Sollecito sia presente nella traccia I e che, quindi, tali soggetti possano aver contribuito, con proprio materiale biologico, alla traccia I". "Altresì - aggiungono - la valutazione complessiva delle risultanze interpretative poste in essere consente di supportare in maniera estremamente significativa l'ipotesi che materiale genetico di Amanda Marie Knox sia presente nella traccia I, e che, quindi, Amanda Marie Knox abbia contribuito, con proprio materiale biologico, alla traccia I".

DIFESE - E' "l'ennesima prova che non c'è alcun collegamento tra Raffaele Sollecito e l'omicidio di Meredith Kercher" ha sottolineato l'avvocato Giulia Bongiorno, difensore del giovane. Il legale ha evidenziato "l'importanza" che non sia stato individuato il codice genetico né della vittima né di Rudy Guede (condannato definitivamente a 16 anni).

"Allontana sempre di più il concetto che quella sia l'arma del delitto" il risultato della perizia sulla nuova traccia analizzata sul coltello che secondo l'accusa fu impiegato per uccidere Meredith Kercher. A sostenerlo è l'avvocato Luciano Ghirga, uno dei difensori di Amanda Knox. Secondo il legale, dalle conclusioni depositate oggi "emerge che i periti nominati dalla Corte d'assise d'appello di Perugia, che non avevano allora strumenti idonei a esaminare una così bassa quantità di materiale, hanno operato bene". "Gli esperti nominati dai giudici di Firenze - ha aggiunto - hanno infatti ricostruito i metodi per analizzare un campione low copy number e sono le stesse in base ai quali a Perugia vennero ritenute non affidabili le conclusioni della polizia scientifica. In particolare per la traccia sul coltello attribuita a Meredith Kercher. Le critiche mosse all'operato della scientifica - ha concluso l'avvocato Ghirga - erano quindi fondate".

Il padre di Raffaele Sollecito ha fatto sapere che il figlio "sarà in aula" a Firenze, il 6 novembre, per la prossima udienza del nuovo processo d'appello per l'omicidio di Meredith Kercher.

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