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I chiostri di Firenze da visitare almeno una volta nella vita

Nascosti tra chiese, palazzi e antiche mura i chiostri fiorentini mostrano un volto inedito della città. Luoghi carichi di silenzio e grandi storie, spesso sconosciute ai più

Chiostro dei Morti – Santissima Annunziata e Santa Maria Novella

Due i principali chiostri fiorentini ricordati con questo nome: il chiostro grande della Basilica della SS Annunziata e quello di Santa Maria Novella.

Oltre alle numerose lapidi funebri custodite al suo interno, nel chiostro della SS Annunziata si trovano anche la Madonna del Sacco di Andrea del Sarto e un ciclo di affreschi dedicato alle Storie dei Servi di Maria.

Anche il chiostro di Santa Maria Novella trae il suo nome dalla funzione cimiteriale che ha rivestito per secoli: le fonti lo ricordano come cimitero inferiore o sotterraneo, in quanto posizionato sotto il livello del transetto della chiesa.

Si tratta di una delle aree più antiche del complesso e, secondo la tradizione, fu proprio qui che si organizzò il primo nucleo del convento domenicano.

Chiostro dello Scalzo - Santissima Annunziata

Altro chiostro del complesso della SS Annunziata, così chiamato in quanto vestigia della confraternita dei Disciplinati di San Giovanni Battista, detta “dello scalzo” perché il sostenitore della croce durante le processioni era solito andare a piedi nudi.

Il grande pittore fiorentino Andrea del Sarto affrescò a più riprese, dal 1509 al 1526, le pareti del chiostro con scene della Vita del Battista e le Virtù. Due episodi della serie furono eseguiti dal Franciabigio, in occasione dell'assenza di Andrea del Sarto.

Chiostro Verde – Santa Maria Novella

Sempre in Santa Maria Novella troviamo anche il celebre chiostro verde, che deve la sua notorietà al ciclo di affreschi della prima metà del XV secolo che occupa le pareti dei rimanenti tre lati, comprendente alcune importanti pitture di Paolo Uccello, tra le quali il Diluvio universale.

Il nome del chiostro deriva dal colore predominante di questo ciclo, dipinto secondo una particolare tecnica, prevalentemente monocroma, detta “a terra verde”.

I chiostri di Santa Croce

Tre i chiostri della scenografica Basilica di Santa Croce: quello principale, detto "di Arnolfo", il secondo detto “del Brunelleschi” e il “chiostrino antico”. Il primo, così chiamato in riferimento ad Arnolfo di Cambio al quale è attribuito, è stato progettato insieme al refettorio in una delle fasi costruttive iniziali del complesso.

Un elegante portale con al centro lo stemma della famiglia Spinelli introduce all'androne di accesso al secondo chiostro, noto anche come “chiostro del Brunelleschi” benché ultimato nel 1453, molti anni dopo la morte dell'artista, probabilmente da Bernardo Rossellino.

Infine vi è il terzo "chiostrino", definito "antico" perché forse collegato all'edificazione della "seconda Santa Croce" di metà Duecento: esso rappresenta il cuore del complesso francescano, delimitato dalle pareti della Cappella Baroncelli, della Cappella Pazzi, del convento e dell’androne del Noviziato.

Chiostro degli Angeli – Santa Maria degli Angeli

Tra gli splendidi angoli del complesso in via degli Alfani spicca il chiostro degli Angeli, realizzato da Gherardo Silvani, ispirato probabilmente a disegni di Filippo Brunelleschi.

Il chiostro è composto da archi a tutto sesto che creano un porticato sui quattro lati, al di sopra del quale si trova una loggetta architravata. Al suo interno si conservano le lunette affrescate in larga parte da Bernardino Poccetti intorno al 1601.

Chiostro degli Aranci – Badia Fiorentina

Situato all'interno della Badia Fiorentina, il chiostro fu costruito tra il 1432 e il 1438 da Bernardo Rossellino. L'appellativo col quale è conosciuto ancora oggi risale a un fatto di cronaca del 1439.

In quell'anno, infatti, i padri della Chiesa orientale in visita al concilio di Firenze fecero dono di una rara pianta d'arancio, agrume esotico per la Toscana, che qui fu piantato e coltivato con successo finendo per dare il nome all'intero chiostro.

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