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Cronaca

Celebrazioni per la Liberazione di Firenze: “Abbiamo il dovere di ricordare”

Si sono svolte a Firenze le celebrazioni in occasione del 69esimo anniversario della Liberazione. In serata il concerto della Filarmonica Rossini

Si sono svolte questa mattina le celebrazioni per il 69°anniversario della Liberazione di Firenze. Le celebrazioni sono iniziate coi rintocchi della Martinella, la campana della Torre di Arnolfo, che quell’11 agosto 1944 suonò a festa per annunciare alla città il ritorno alla libertà e alla democrazia. In piazza dell’Unità Italiana il sindaco Matteo Renzi e i rappresentanti delle organizzazioni partigiane e autorità civili e militari hanno deposto corone di alloro al monumento ai caduti di tutte le guerre.

Erano presenti i sottosegretari Erasmo D’Angelis e Gabriele Toccafondi, parlamentari, assessori e consiglieri comunali, il presidente provinciale dell'Anpi Silvano Sarti. Sono stati letti messaggi della chiesa cattolica e delle chiese evangeliche. Poi la banda della Filarmonica Rossini ha preceduto il corteo (fino a Palazzo Vecchio) aperto dal Tricolore, dalla bandiera del Comitato toscano di Liberazione Nazionale, da quella del Corpo volontari della Libertà, dal gonfalone di Firenze col sindaco Renzi, assessori e consiglieri comunali, assieme a quelli della Regione Toscana con la consigliera Daniela Lastri, della Provincia di Firenze con l’assessore Giovanni Di Fede e quelli dei Comuni di Prato, Scandicci, Lastra a Signa, Sesto Fiorentino, Signa, Calenzano, Fiesole, Marradi, Montelupo, Rignano, Pontassieve, Borgo San Lorenzo, Impruneta, Tavarnelle, San Casciano, Vaglia e i labari delle associazioni partigiane.

“Abbiamo il dovere di ricordare i vostri ricordi”. E’ questo l’impegno del sindaco Matteo Renzi pronunciato nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio nel corso del suo intervento di saluto per le celebrazioni. “Ma non vorrei – ha detto ancora il sindaco Renzi – che questo 11 agosto fosse solo una rievocazione storica. Per questo credo sia giusto per ricopre ruoli politici e istituzionali prendersi 3 impegni di valore morale, etico e civile. Il primo: non dovrà passare giorno da qui alla fine di questo mandato amministrativo senza che noi ricordiamo che Firenze è città di libertà, prima ancora che di bellezza, cultura, educazione. La grandezza di Firenze nasce da quell’ansia di libertà che fa parte del nostro dna. Per questo è nostro dovere far vivere un luogo come le Murate, un tempo carcere, e oggi invece luogo di libertà che mette insieme edilizia popolare, caffè letterario, spazio urbano contemporaneo e luogo per attivisti digitali cui, nel proprio Paese, è negata la libertà. Secondo impegno: la memoria. La Resistenza è un fatto storico che ci ricorda il rispetto per tutti i morti, ma ci obbliga a dire che c’era chi stava dalla parte giusta e chi da quella sbagliata. Per questo va respinto al mittente il processo di revisionismo che qualcuno vorrebbe attuare. E voglio anche ringraziare i sei parlamentari, tutti giovani, che hanno sottoscritto una proposta di legge per equiparare a patrimonio culturale i luoghi e gli immobili legati alla Resistenza. Dalla riapertura delle scuole poi proporremo di far studiare i protagonisti del Novecento e a gennaio identificare 100 figure, personalità, eroi del secolo scorso che diventeranno altrettante vie della nostra città”. Per chiudere il sindaco Renzi ha ricordato il ruolo dei partigiani che ebbero “la forza di mettersi in gioco”.

“Ricordo – ha concluso – una frase di Silvano Sarti all’indomani dalla mia candidatura alle primarie per il sindaco di Firenze. Mi disse ‘Se alla tua età ci fossimo fatte tante domande, Firenze non sarebbe libera’. Quella generazione si è rimboccata le maniche e ha fatto una scelta forte. E ora come allora dico che dobbiamo sgombrare il campo dal pessimismo, dal dire che non ce la possiamo fare, a mettere sempre avanti ostacoli e veti, piuttosto che orizzonti e prospettive. Ed è questo ciò che faremo in questo ultimo anno di mandato. Con lo spirito di un grande, Gino Bartali, che auspico possa far parte dei Giusti per quello che ha fatto e dimostrato. Ecco, questi i nostri impegni per ricordare i vostri ricordi”.

L'ex vice sindaco, ora deputato fiorentino PD, Dario Nardella affida al suo sito internet alcune riflessioni sulla liberazione: “Si può rimanere inerti a guardare il presente scorrere o si può cambiare il corso delle cose con coraggio anche quando ad assalirci è la paura. I fiorentini avrebbero potuto aspettare l’arrivo dei carri armati alleati, ma non lo fecero, scelsero la lotta, la libertà".


Dopo i saluti del sindaco, l’orazione è stata tenuta dal Rabbino capo della Comunità Ebraica di Firenze Josef Levi. E al termine l’Anpi e gli eredi di Aligi Barducci “Potente”, hanno donato al sindaco Renzi alcuni cimeli appartenuti al comandante partigiano la bandiera tricolore con cui fu avvolta la bara, la tessera di ufficiale dell’Esercito, la medaglia d’oro e alcune lettere della famiglia. Le celebrazioni per l’11 agosto si concludono alle 21 col concerto della Filarmonica Rossini sull’arengario di Palazzo Vecchio.

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