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Cronaca

La regina nera: storie e leggende su Caterina de’ Medici

Regina consorte di Francia, Caterina è spesso ricordata come una delle personalità più oscure della casata medicea, ma fu anche una profonda innovatrice. Chi era davvero "la regina nera"?

“Era lei che faceva tutto, e il re non muoveva paglia senza che lei lo sapesse”, scrisse a proposito della sua influenza Pierre de l'Estoile. Figlia di Lorenzo II de Medici duca d’Urbino, Caterina nacque a Firenze nel 1519.

Ancora bambina venne presa in ostaggio dal popolo fiorentino, subendo l'assedio della città da parte delle truppe pontificie, un evento che la segnerà per tutta la vita, mentre a 14 anni andò in sposa a Enrico, figlio del re di Francia.

In seguito alla morte del marito, avvenuta nel 1559 a causa di un torneo cavalleresco, Caterina, sconvolta dal dolore, decise che avrebbe indossato abiti neri per tutta la vita (sebbene all’epoca il colore del lutto fosse il bianco), mutando il suo emblema in una la lancia spezzata con sopra il motto latino “Lacrymae hinc, hinc dolor”, ovvero “Da qui le mie lacrime, da qui il mio dolore”. 

Immersa nelle guerre di religione tra cattolici e protestanti che sconvolsero la Francia del XVI secolo, la regina cercò di portare avanti una politica di conciliazione, sostenendo strenuamente la tolleranza civile per evitare ulteriori spargimenti di sangue. Nonostante questo però, la sua figura appare ancora oggi come estremamente controversa. 

La leggenda nera che da sempre la avvolge inizia col famigerato massacro della notte di San Bartolomeo, quando nel 1572 migliaia di ugonotti (ovvero protestanti francesi di tendenza calvinista), arrivati a Parigi per le nozze pacificatrici tra Margherita, figlia di Caterina, ed Enrico III di Navarra, un nobile protestante, vennero barbaramente uccisi.

Il ruolo di Caterina de’ Medici in quella terribile strage rimane tutt’oggi un mistero irrisolto: comunque si siano svolti i fatti, è certo che quel fatto di sangue danneggiò moltissimo la sua immagine pubblica.

Sebbene la Storia tenda a ricordarla come una sorta di Lucrezia Borgia alla corte di Francia, una sovrana assetata di sangue e potere, con un animo malvagio e un intelletto machiavellico, oggi sembra essere iniziata una riabilitazione della sua figura: non una regina nera, bensì una sovrana illuminata, portatrice anche di grandi innovazioni. 

Qualche esempio? Fu proprio lei a portare da Firenze alla corte francese la gustosa salsa besciamella, distinguendo le portate salate da quelle dolci, imponendo persino l’uso della forchetta a tavola, sino ad allora sconosciuto oltralpe.

Secondo alcune fonti, è alla stessa Caterina che i francesi devono l’introduzione delle mutande nel loro vestiario: la sovrana infatti fece notare come quell’indumento ignoto rendesse la cavalcata molto più comoda e agile. 

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