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Cronaca

Caso Macchiarini, così la montagna partorì il topolino

Si è concluso il quinto processo al "mago della trachea", già primario di chirurgia a Careggi. Assolto da tutti i capi di imputazione, tranne uno.

E' stato accusato del reato più infamante per un medico, aver truffato i suoi pazienti approfittando del loro stato di debolezza. E per questo, nel 2012, è stato arrestato. Poi è stato accusato di due peculati e, per finire, di alcuni falsi e abusi di ufficio, quali alterare le liste di attesa dei pazienti e far risultare la sua presenza in sala operatoria in alcuni interventi, quando invece sarebbe stato assente. Facendone un imputato per oltre 7 anni e processandolo 5 volte.

Ma il chirurgo Paolo Macchiarini, “il mago della trachea” che nel 2008 a Barcellona effettuò il primo, rivoluzionario trapianto di trachea che utilizzava le cellule staminali della paziente, non ha mai truffato le persone che ha operato. Né ha mai commesso alcun peculato. A stabilirlo sono stati i giudici, fiorentini e romani. Dalle accuse di truffa, il chirurgo che l'ex assessore regionale alla sanità e attuale governatore della Toscana Enrico Rossi volle nel 2009 come primario a Careggi, dove è rimasto fino al 2012, era già stato assolto: in primo grado (2016), in secondo grado (2017) e in Cassazione (2018). Ieri si sono conclusi i giudizi di merito per quanto riguarda l'altro filone: peculati, falsi, abusi d'ufficio.

Era il processo di appello. Due anni fa, in primo grado, col rito abbreviato, anche la pubblica accusa, il pm Tommaso Coletta, aveva chiesto l'assoluzione di Macchiarini. Richiesta accolta dal gip, “perché il fatto non sussiste”. L'assoluzione era però stata impugnata dal sostituto procuratore generale Luciana Singlitico che, in secondo grado, aveva chiesto di condannare Macchiarini a 5 anni di reclusione. Ieri la seconda sezione della Corte d'Appello di Firenze ha assolto il chirurgo da tutti i (numerosi) capi di imputazione che gli erano addebitati. Tranne uno, un falso che ha assorbito anche un abuso di ufficio e che gli è costato una pena di 1 anno e 4 mesi. Una “macchia” che il suo legale, l'avvocato Francesco Bevacqua, intende cancellare ricorrendo in Cassazione.

Di fatto, Macchiarini e altri due stimati chirurghi di Careggi difesi dagli avvocati Fabrizio Di Donato e Massimo Megli (Alessandro Gonfiotti e Fabio Mannini, condannati a 1 anno) sono stati riconosciuti colpevoli di aver “pasticciato” sulla scheda di ricovero di un paziente, giunto dalla Spagna a Firenze per farsi operare da Macchiarini. Un paziente operato gratuitamente, quando invece avrebbe dovuto pagare perché sprovvisto (quel giorno, perché in realtà la possedeva) della tessera sanitaria europea. “Scriverò un libro per raccontare tutta questa storia” ha detto il chirurgo che ora lavora in Giappone.

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