Prostituzione alle Cascine, scoperta tratta di esseri umani: violenza e riti voodoo

Un viaggio della speranza e della violenza, una tortura lunga centinaia di chilometri quella che vivevano dopo esser state strappate dalla loro terra d'origine. Per poi arrivare a Firenze e battere il marciapiede del parco delle Cascine.

Una vera tratta di essere umani quella scoperta dai carabinieri di Firenze che, su decreto della procura, hanno fermato tre uomini e una donna, di nazionalità nigeriana, ritenuti responsabili di “tratta di persone”, “riduzione in schiavitù” e “sfruttamento della prostituzione”.

L'indagine è stata avviata nel luglio scorso quando una minorenne ha raccontato come era stata strappata dal suo villaggio in Nigeria. Gli accertamenti condotti dai militari hanno portato a scoprire come le donne vengano portate via dalla Nigeria in gruppi. Quindi trasferite sulle coste della Libia a bordo di pullman e moto. E già durante il tragitto costrette a subire violenze sessuali da parte di uomini armati. Un'agonia che continua sui barconi dove subiscono ulteriori abusi.

Una volta sulle coste italiane vengono prese in consegna da alcuni connazionali che le portano sulla strada. Emblematiche, a tal riguardo, sono risultate le indicazioni fornite da uno degli indagati che  prepara le donne per quando saranno sbarcate in Italia. Raccontando loro che, al termine della traversata, saranno tratte in salvo dagli italiani e dovranno quanto prima mettersi in contatto con i familiari in Nigeria. Questi ultimi, a loro volta, attiveranno i referenti in Italia che prenderanno le ragazze in consegna.

Durante il viaggio, le vittime si imbatteranno in uomini intenzionati ad abusare di loro, motivo per cui dovranno essere forti e sopportare le vessazioni. Una violenza che passa anche per l'assoggettamento psicologico: oltre alle minacce rivolte ai familiari nei paesi di origine vengono tenute soggiogate con riti esoterici di tipo voodoo. 

Il giro di ragazze portate alle Cascine è stimato in decine di donne. Tre degli indagati sono stati localizzati e sottoposti a fermo nel comune di Montecatini. Nel loro appartamento sono stati rinvenuti quaderni riportanti conteggi che le donne erano costrette a tenere per documentare l’effettivo esercizio della loro attività. Il quarto indagato è stato invece individuato e sottoposto a fermo a Montesilvano (PE), dove era ospitato in un centro di accoglienza per immigrati.