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Sabato, 27 Aprile 2024
La stangata / Le Cascine

Ippodromo Le Mulina, il Comune dovrà dare oltre 200mila euro all’ex gestore

Il Consiglio di Stato ha condannato l’amministrazione a risarcire la Pegaso per i mancati guadagni

Una stangata per Palazzo Vecchio dal caso dell’ex Ippodromo Le Mulina: il Consiglio di Stato ha infatti condannato il Comune a risarcire con 200mila euro, per il mancato guadagno e i costi di gestione, la Pegaso srl che aveva vinto il bando a ottobre 2014, con stipula del contratto di concessione pochi mesi dopo. Somma a cui vanno aggiunti gli interessi e le spese del doppio grado di giudizio, liquidate in 15mila euro, oltre agli accessori di legge. 

Il bando prevedeva la riqualificazione del complesso nel parco delle Cascine, mai avvenuta per la presenza all’interno della struttura di rifiuti abbandonati e occupanti abusivi. E i giudici amministrativi hanno dato ragione alla Pegaso.  Il Comune infatti aveva dichiarato decaduta la concessione già a primvera del 2016 per morosità, assenza di piano delle attività economiche e mancato sgombero del complesso dalle installazioni provvisorie allestite in occasione della fiera Flora Firenze. Un provvedimento contro cui la società si era appellata al Tar, ottenendo la revoca della decadenza, senza però alcun risarcimento proprio a causa dello svolgimento della manifestazione. In ogni caso Palazzo Vecchio aveva presentato ricorso, ma è uscito sconfitto.

“In base al cronoprogramma cui fa espresso rinvio l’atto di concessione - si legge nella sentenza di Palazzo Spada l’inizio delle opere di riqualificazione a carico della concessionaria era condizionato dallo stato di piena disponibilità della struttura: ‘non appena ottenuto il possesso del complesso immobiliare, libero da persone e cose, e sottoscritto l’impegno con il Comune di Firenze’. Lo stato di piena libertà della struttura in modo da servire all’uso convenuto deve dunque essere qualificato come obbligo essenziale per l’attuazione della concessione”. “Non è infatti contestabile - continuano i giudici - che l’utilizzo di un bene, tanto più in vista della sua valorizzazione, presuppone una situazione di fatto contraddistinta dall’assenza di fattori perturbanti da parte di terzi”.

Il caso è diventato anche politico, con l’attacco di Dmitrij Palagi e Antonella Bundu di Sinistra progetto comune. “Il nostro ente ora è stato condannato a pagare 200.000 euro alla Pegaso s.r.l. come risarcimento per il mancato utile atteso. Non solo: si va in Corte dei Conti per verificare i profili di responsabilità erariale che emergono dalla vicenda. Arriverà un debito fuori bilancio in Consiglio comunale a breve?”, dicono ricordando come nel 2013 gli allora consiglieri Tommaso Grassi e Ornella De Zordo “avessero già sollevato dei dubbi sulla documentazione analizzata, per una quota di oltre il 70% della superficie riservata ad attività economicamente redditizie, con quelle sportive e culturali ridotte al minimo”.

“Non ci fa piacere vedere il nostro ente uscire a pezzi dal Consiglio di Stato - aggiungono - Chiediamo che urgentemente il Comune possa fare il punto sul progetto e concordare il futuro dell'area, chiarendo chi dovrà sostenere i costi per renderla nuovamente agibile”.  Area che negli ultimi tempi più volte al centro di episodi di cronaca, tra incendi, casi di spaccio e sgomberi.

Incendio nell’ex ippodromo

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