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Cronaca

Firenze e Prato, capannoni cinesi: dopo i 7 morti del 2013 dilaga ancora l'insicurezza

Dormitori, cucine abusive, impianti e stufe elettriche non a norma, in mezzo a bambini piccolissimi: l'inchiesta di Striscia la Notizia

Dormitori, cucine abusive, pericolosi impianti e stufe elettriche, spesso vicinissime a coperte o materiali molto facilmente infiammabili. Il tutto, tra bambini, anche piccolissimi, che scorrazzano indisturbati.

Sono le condizioni di lavoro, e vita, documentate da Striscia la Notizia in alcuni capannoni gestiti da cittadini cinesi "tra Firenze e Prato", compresa l'area del cosiddetto Macrolotto, periferia pratese. Il tutto, oltre 4 anni dopo il terribile incendio che il 1° dicembre 2013 costò la vita a 7 operai cinesi, costretti a vivere dentro il capannone dove lavoravano e dove morirono bruciati vivi, proprio al Macrolotto. 

Il video inchiesta di Striscia, condotto dall'inviato Moreno Morello e trasmesso ieri sera, lunedì 8 gennaio, mostra come le condizioni di lavoro all'interno dei capannoni non siano cambiate molto.

Si vedono molti operai al lavoro, in gran parte donne, "ad ogni ora del giorno e della notte". In mezzo agli strumenti da lavoro, alle macchine da cucire, a materiali e liquidi pericolosi usati per le lavorazioni, i bambini giocano, mangiano e dormono. Se ne vede uno piccolo dormire in un giaciglio di fortuna sopra il quale è posizionata una stufa elettrica, in quel momento per fortuna spenta.

Una situazione pericolosissima sia per i bambini che per gli stessi operai, in condizioni dove certamente nemmeno i diritti sul lavoro sembrano minimamente rispettati. Il video mostra come a tarda sera, oltre mezzanotte, le lavorazioni continuino a pieno ritmo.

“Cosa succede se scoppia un incendio e deve scattare un'operazione di evacuazione? Si cercano i bambini nascosti negli scatoloni o che dormono chissà dove?”, si chiede Morello, che ricorda il piano straordinario annunciato dalla Regione all'indomani dei 7 morti del 2013, con la previsione di ispettori ad hoc per contrastare simili situazioni di illegalità. A giudicare dall'inchiesta di Striscia, c'è ancora molto da lavorare.

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