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Cronaca Scandicci

Champion, parla la Camusso: "Inaccettabile cali silenzio su questa vicenda"

Erano stati i dipendenti a rivolgere un appello al segretario della Cgil. Grave secondo la Camusso che si "permetta ad una impresa di non applicare le leggi dello Stato"

I dipendenti della Champion di Scandicci non vogliono darsi per vinti. Così a tre giorni dalla chiusura hanno preso carta e penna e inviato una lettera direttamente al segretario della Cgil Susanna Camusso, chiedendole sostegno nella loro battaglia. La sede fiorentina della Champion infatti il 29 giugno abbasserà il bandone per ‘traslocare’ a Carpi, nel modenese. Non tutti i dipendenti tuttavia hanno accettato il passaggio nella nuova sede emiliana. Un cambio di vita che in molti non si sono sentiti di avallare: questione di figli, questione di vita consolidata. E per coloro che hanno detto no al ‘trasloco’, l’azienda, che non si è mai seduta ai tavolo istituzionali promossi dalla Regione Toscana, dalla Provincia di Firenze e dal Comune di Scandicci, si è rifiutata di concedere agli ammortizzatori sociali.

CAMUSSO - Per questo l’appello alla Camusso. Parole che non sono finite nel vuoto visto che oggi il segretario della Cgil ha risposto alla richiesta di aiuto giunta direttamente da Scandicci: “Il ministro del Lavoro deve convocare Champion Europe riguardo alla vicenda dell’unità produttiva di Scandicci (Firenze)”, ha chiesto in maniera perentoria il segretario della Cgil. “È inaccettabile – ha continuato – che cali il silenzio su una vicenda come questa, e che si permetta ad una impresa di non applicare le leggi dello Stato”. Secondo la Camusso  il ministro dovrebbe convocare prima l’azienda e poi le parti “al fine di poter trovare una soluzione che almeno permetta alle lavoratrici di avere del tempo per ricercare una nuova collocazione lavorativa, magari anche aiutate dalle amministrazioni locali”.

E rifacendosi alla tortuosa storia dei dipendenti di Scandicci, la Camusso, allaccia temi e questioni nazionali. La riforma del mercato del lavoro e dell’ormai celebre ddl in questi giorni al passaggio parlamentare su cui il governo Monti ha posto la fiducia. “In questi giorni di approvazione del ddl lavoro - ha affermato ancora  - su cui la Cgil ha più volte espresso la propria opinione di contrarietà su alcuni capitoli, la vicenda delle lavoratrici Champions è emblematica”. Nel caso in questione infatti “siamo di fronte ad un’azienda che rifiuta qualsiasi confronto richiesto da organizzazioni sindacali ed istituzioni (dalla Regione ai Comuni, compresi alcuni parlamentari che sono intervenuti con interpellanze), che licenzia di fatto 50 donne lavoratrici a causa della decisione di trasferire a 150 km di distanza la produzione, senza neanche dare loro la possibilità di utilizzare gli ammortizzatori sociali, senza alcun sostegno al reddito, in spregio a qualsiasi forma di rispetto per le persone che finora hanno fatto il loro dovere di lavoratrici”.
 

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