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Cronaca

Campo rom del Poderaccio, Nardella: “Lo chiuderemo in 18 mesi”

La destra attacca: “I denunciati erano in case popolari”. La replica dell'assessore: “Già dato mandato di revocare l'assegnazione”

Il campo rom del Poderaccio resta nell'occhio del ciclone, dopo la morte di Duccio Dini, il ragazzo di 29 anni travolto e ucciso domenica scorsa da un'auto guidata da un residente nel campo, al termine di un folle inseguimento tra tre auto in via Canova, all'Isolotto.

“Avevamo previsto di chiudere definitivamente il campo in 4 anni. Ma acceleriamo il piano per lo smantellamento complessivo, non più 4 anni ma 18 mesi. Come già fatto per l'Olmatello, completamente smantellato (ai tempi di Renzi sindaco e Nardella vicesindaco, ndr), e come cominciato a fare qui con 30 case abbattute in 4 anni. Le famiglie avranno soluzioni alternative senza ricorrere a case popolari né a nuovi villaggi. Questa è la nostra linea, non c'è accoglienza senza legalità”, dice Dario Nardella, in un video pubblicato su Facebook ieri al termine di un sopralluogo.

Sulla vicenda le destre cittadine attaccano. “E' l'ammissione di un fallimento. Per chiudere il campo rom non servono 18 mesi ma 18 giorni: chi ha diritto di restare in Italia vada in affitto, per gli altri espulsione immediata. Negli ultimi anni non è stato fatto niente per smantellarlo”, accusa Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d'Italia in consiglio comunale.

“Alcune delle persone coinvolte nella tragica vicenda che ha portato alla morte di Duccio Dini avevano precedenti per rissa, spaccio e sfruttamento della prostituzione, ma erano assegnatari di alloggi popolari, che devono essere revocati”, ha chiesto il consigliere regionale di Forza Italia Marco Stella nella giornata di ieri, dopo che il sindaco già il giorno prima, lunedì in consiglio comunale, aveva annunciato l'avvio per la procedura della revoca.

A Fi e Fdi replica anche l'assessore al sociale Sara Funaro. “Abbiamo avviato da tempo le procedure di decadenza per chi viola le norme di civile convivenza. Le due persone arrestate erano residenti al Poderaccio e non ci rientreranno. Le altre due denunciate a piede libero hanno invece un’assegnazione regolare di un alloggio Erp sul bando 2012, ci vivono perché aventi diritto ma come detto dal sindaco è già stato dato mandato agli uffici di revocare l’assegnazione dell’alloggio a coloro che saranno individuati come responsabili”, le parole di Funaro.

“Siamo già da tempo impegnati nel superamento della logica dei campi rom, per cercare soluzioni. Abbiamo dimezzato le presenze al Poderaccio, passando in da 450 a 243 persone, abbiamo demolito 30 casette e andiamo avanti con lo smantellamento del villaggio”, aggiunge Funaro.

Il clima si surriscalda e l'altra sera la polizia, che presidia il campo nel timore di ritorsioni, ha allontanato alcuni ragazzi in scooter che si erano avvicinato gridando offese. Tensioni ci sono state anche lunedì sera, quando, al presidio organizzato da Fratelli d'Italia, un cordone di forze dell'ordine ha impedito ad alcuni manifestanti di dirigersi verso il campo.

Da sinistra Miriam Amato (Potere al Popolo) e Tommaso Grassi (Firenze riparte a sinistra) chiedono di non strumentalizzare la vicenda e di non colpevolizzare tutti i residenti al campo rom in maniera indistinta. “Il mio pensiero va a Duccio, alla sua famiglia e alla tragedia che li ha colpiti. La responsabilità è dei quattro fermati, non di tutti i residenti del campo, come vuol far passare il messaggio della destra”, dice Amato. E Grassi: “Fare piena luce su quanto accaduto e punire i responsabili, ma considerare criminale l'intera popolazione rom è inaccettabile”.

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