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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Emergenza Calvana: "Specie ed habitat a rischio". L'appello alle istituzioni

Guide, veterinari e fotografi fondano un'associazione per salvare la ricchezza naturalistica

La Calvana rischia di tornare allo stato selvaggio. In pericolo sono alcune specie protette e lo stesso habitat naturale. La catena montuosa divisa fra le province di Firenze e Prato è da secoli luogo di pascoli allo stato brado e semibrado di ovini e caprini. Negli ultimi decenni però questa attività è sempre meno diffusa. E con l'abbandono dell'attività pastorizia le praterie sommitali stanno scomparendo.

Le mutazioni nella vegetazione rappresentano così una minaccia per la biodiversità, ma anche per la sopravvivenza dei cavalli inselvatichiti, che trovarono in questa terra un luogo ideale per riprodursi e che per anni hanno rappresentato una vera e propria risorsa attrattiva.

A denunciare la situazione è la neonata associazione Salvaguardia e Sviluppo Calvana: un gruppo di appassionati fra veterinari, fotografi, guide ambientali e giornalisti che si sono uniti per occuparsi proprio delle emergenze, con l'obiettivo di salvare la montagna attraverso la diffusione della conoscenza e la promozione dello sviluppo. Ripristinare l'habitat, far conoscere le ricchezze e restituire visibilità e promozione al territorio sono i cardini sui quali si basano le attività dell'associazione.

La zona è frequentata in modo piuttosto assiduo da amanti del trekking e dei percorsi naturalistici. A fare da catalizzatore la presenza degli animali, ma anche il percorso "Via della lana e della seta" da Prato a Bologna, attraverso il Monte Maggiore.

"Una delle principali cause di minaccia per gli habitat interessati dal progetto è la mancata pianificazione dell’uso delle aree interessate - spiega una delle fondatrici Eliana Serra - alcune porzioni di pascolo sono sottoutilizzate, con progressiva invasione di cespugli, altre sono localmente sovrautilizzate, intorno ai punti di abbeveraggio, o per il perdurante pascolamento anche durante la stagione invernale".

Le azioni per salvare la Calvana sono già previste dal piano di gestione Sic-Sir “La Calvana” approvato nel 2014 dal Consiglio provinciale. Una di queste è ripristinare le popolazioni che recentemente si sono ridotte fino a praticamente sparire (ortolano, ululone dal ventre giallo, rapaci nidificanti, ecc), minacciate da incendi, passaggio di cinghiali e diradamento del pascolo, solo per fare qualche esempio.

"La predisposizione di un piano di gestione per l’intero sito è necessario per intraprendere azioni di supporto e di regolamentazione dell’attività pastorizia, indispensabile per conservare gli habitat di prateria di interesse comunitario. - spiega ancora Eliana - Altre minacce, quali fenomeni di antropizzazione del sito, fenomeni erosivi nelle praterie di crinale per il passaggio di mezzi fuoristrada, non possono invece essere ricondotte a strumenti di pianificazione esistenti".

I membri dell'associazione portano la loro professionalità per provare a salvare il contesto naturale di questa montagna. Lo fanno bussando alle porte delle istituzioni, alle quali rivolgono un appello: "Chiediamo che le azioni del piano di gestione vengano applicate. Per questo noi e le altre associazioni attive stiamo lavorando con idee e progetti per la salvaguardia dell'ambiente, favorire la ripresa delle attività agropastorali e lo sviluppo del turismo lento". Per approfondimenti: www.calvana.it.

(Foto di Ottavia Poli)

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