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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Ondata di calore: muore a 61 anni un addetto alle pulizie della Asl

Rischi soprattutto per chi lavora all'esterno: ecco come proteggersi

Potrebbe essere morto per ipertermia un addetto alle pulizie della Asl. A comunicarlo è stata la stessa Azienda sanitaria Toscana Centro. Secondo quanto appreso stava lavorando in un magazzino. L'uomo aveva 61 anni. Sono in corso gli accertamenti per comprendere meglio le cause del decesso.

Ed è la stessa Asl a lanciare l'allarme e a mettere in guardia sui rischi che si corrono con l'ondata di calura in corso e che durerà ancora una settimana: anche oggi le autorità locali hanno diramato il cosiddetto "bollino rosso".

A rischio, spiega la Asl sono soprattutto i lavoratori "outdoor" (cantieri edili, agricoltura) e indoor nelle aziende dove vengono effettuate lavorazioni a caldo.

Anche quest’anno come negli ultimi anni la Regione Toscana ha inviato a maggio, per la diffusione, una nota alle associazioni datoriali e dei lavoratori, specialmente di quelli che svolgono attività all’aperto (agricoltura ed edilizia) per richiamare il rischio, e fornire linee di indirizzo per affrontarlo.

Un punto critico è la tutela dei lavoratori più a rischio per condizioni personali e patologiche. A questo proposito nella nota regionale è presente anche una check list destinata ai lavoratori per capire se presentano “particolari fattori di suscettibilità individuale”. Su questo aspetto un importante contributo può essere fornito dai medici competenti cui i lavoratori che ritengano di trovarsi in condizioni di suscettibilità dovrebbero rivolgersi, o che meglio ancora dovrebbero individuare già prima quali addetti a lavorazioni a rischio calore presentino condizioni di ipersuscettibilità.

In ogni caso è fondamentale, spiega la Asl, che vengano applicate le misure di mitigazione del rischio, alcune delle quali dovrebbero ormai essere molto ben conosciute, in particolare l’idratazione e l’effettuazione di pause.

Fra queste c'è l'assicurare la disponibilità di acqua fresca potabile facilmente accessibile. L’idratazione è essenziale per il mantenimento della salute e della produttività. Bisogna poi pianificare pause, anche brevi ma frequenti, da effettuare in aree ombreggiate per i lavoratori outdoor o climatizzate per quelli indoor; riorganizzare i turni ed orari pianificando le attività che fisicamente sono più impegnative durante i momenti più freschi della giornata ed interrompendo il lavoro qualora il rischio sia particolarmente elevato. I turni per i lavoratori più “vulnerabili” devono essere programmati nelle ore meno calde e con la previsione di pause più lunghe.

E' necessario anche meccanizzare il più possibile le fasi lavorative che richiedono impegno muscolare e fisico per ridurre il calore endogeno prodotto dall’attività lavorativa, fare indossare abiti estivi leggeri di cotone e scarpe di sicurezza di modello estivo, sviluppare, in collaborazione col medico competente, un piano di monitoraggio e di risposta alle emergenze, individuando una persona per sovrintendere al piano di sorveglianza e risposta agli effetti dello stress da calore. E poi informare e formare tutti i lavoratori sugli effetti da caldo e sui sintomi delle malattie da calore ed evitare il lavoro solitario.

Così come è importante favorire l’acclimatazione dei lavoratori: sono necessari dai 7 ai 14 giorni per raggiungere uno stato di acclimatazione. In caso di ondata di calore i lavoratori neo-assunti e quelli che riprendono il lavoro dopo un'assenza prolungata devono iniziare con un carico di lavoro ridotto e aumentare gradualmente nei giorni successivi.

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