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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Pontassieve

Causa internazionale per quattro figlie contese tra Pontassieve e l’Australia

Quattro figlie di una coppia italo-australiana potrebbero essere affidate al padre di Pontassieve dopo la separazione tra moglie e marito avvenuta nel 2007

Le quattro sorelle contese in una complessa causa di affidamento internazionale, fra la madre australiana e il marito italiano, sono di un passo piu' vicine a essere mandate in Italia perche' la disputa possa essere risolta li', dopo che l'Alta Corte d'Australia ha respinto il ricorso presentato per loro conto, ed ha stabilito che il Tribunale di famiglia di Brisbane, che si era pronunciato sulla vicenda, non le avesse trattate ingiustamente. I genitori, Laura Garrett di 32 anni di Brisbane e Tommaso Vincenti di 35 anni di Pontassieve (Firenze), che si sono separati in Italia nel 2007, hanno affidamento congiunto delle figlie ed erano presenti in aula durante l'udienza. All'uscita del tribunale, Vincenti si e' detto ''tranquillo'' dopo il verdetto. ''E' una buona decisione'', ha aggiunto tramite un interprete. Il Tribunale di Famiglia aveva stabilito che la madre non aveva ricevuto un valido consenso dell'ex marito quando era partita 'in vacanza' dall'Italia con le figlie nel 2010, in violazione della Convenzione dell'Aia contro il sequestro di minori.

Ora il caso ritorna al tribunale stesso, per considerare un appello alla sua decisione originaria. Le ragazze di età fra 9 e 15 anni dichiarano di voler restare in Australia con la madre. Tramite la zia, loro tutrice legale, nel ricorso all'Alta Corte hanno lamentato di non aver avuto una propria rappresentanza legale. Lo scorso maggio erano balzate all'attenzione dei media australiani quando sono rimaste nascoste presso familiari per evitare l'ordine del Tribunale di Famiglia di tornare in Italia. L'avvocato delle ragazze ha sostenuto in Alta Corte che secondo la Costituzione avrebbero avuto diritto a poter esprimere la loro volontà in una decisione così critica. Secondo l'avvocato di stato invece la legge sul diritto di famiglia presume che i minori non abbiano la stessa capacità degli adulti, in parte per proteggerli dal doversi opporre legalmente a uno dei genitori. E il giudice capo Robert French gli ha dato ragione, osservando che un elemento chiave del diritto di famiglia è che i migliori interessi del minore non sempre coincidono con ciò che il minore vuole. (Ansa)
 

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