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Cronaca Figline Valdarno

Bekaert, valanga di 'sì' all'accordo: “Ora la reindustrializzazione”

I sindacati: "Si è già fatto avanti un grosso gruppo industriale"

Una valanga di sì da parte degli operai e degli impiegati della Bekaert all'accordo siglato la settimana scorsa al ministero per la gestione della chiusura dello stabilimento della multinazionale belga. Il 94% dei lavoratori hanno dato la propria approvazione: per la precisione 280 sì, 17 no e una scheda bianca.

L'accordo, che ha ricevuto così l'ultimo via libera, era stato siglato al Ministero dello Sviluppo Economico lo scorso 2 ottobre, e definisce la gestione della chiusura dello stabilimento di Figline Valdarno e l'avvio del percorso di reindustrializzazione.

“Un risultato stupendo che dimostra la compattezza dei lavoratori sulle posizioni del sindacato. Il consenso si esprime con il voto e i lavoratori ci hanno confermato la fiducia con il 94% di sì”, dichiara Daniele Calosi, segretario della Fiom Cgil di Firenze.

“Ora lavoriamo sulla reindustrializzazione. Da subito cominceremo a lavorare per trovare una soluzione che dia continuità produttiva allo stabilimento e per mantenere l'occupazione sul territorio. Lo faremo con con il massimo impegno e la determinazione che ci ha portato sino a qui. Grazie – conclude Calosi -, a tutti i lavoratori”.

Soddisfazione anche sul fronte Cisl. "Questo accordo sindacale è un accordo storico, ha evitato i 318 licenziamenti, ha messo in campo una serie di strumenti utili per dare risposte concrete e occupazionali ai lavoratori coinvolti da un processo di chiusura aziendale. La Cassa Integrazione per cessazione (che era stata eliminata dal governo Renzi, ndr) e reindustrializzazione per 12 mesi è uno dei tanti strumenti che abbiamo conquistato per accompagnare questo processo", commenta Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim Cisl.

“Abbiamo obbligato la società a tenere aperta l’attività fino al 31 dicembre 2018 e a lasciare la produzione del 'filo tubo', con una parte dello stabile e dei macchinari per una possibile reindustrializzazione”, prosegue Uliano, aggiungendo: “In questi giorni si è già manifestata una proposta di un importante gruppo industriale. Nell’accordo abbiamo previsto che Bekaert paghi il prezzo della reindustrializzazione, riconoscendo alle aziende che porteranno attività lavorative nel sito, 40mila euro per ogni dipendente assunto nell’area”.

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