rotate-mobile
Cronaca

Battaglia di Anghiari, Renzi: “Non stiamo vandalizzando il Vasari”

La procura apre un fascicolo sulla ricerca della Battaglia di Anghiari. Il sindaco Matteo Renzi ribatte "Non stiamo vandalizzando il Vasari" e "la ricerca va avanti"

Dopo l’esposto dell’associazione Italia Nostra, correlata dall’appello di 101 intellettuali, la procura di Firenze ha aperto un fascicolo sulla caccia alla Battaglia di Anghiari. L’affresco di Leonardo da Vinci, dalle descrizioni dell’epoca l’opera più memorabile del maestro, si pensa sia nascosto dietro una parete del Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio. Il timore dei luminari è che si possano rovinare le pitture del Vasari, che appunto nasconderebbe la pittura della battaglia aretina, a mò di muro schermo.
La “doppietta”, mediatica e in tribunale, atta a dare un freno alle ricerche degli esperti dell'Università di San Diego e del National Geographic, coordinati da Maurizio Seracini, assieme a personale dell'Opificio delle Pietre Dure, non è stata digerita dal sindaco, primo fautore della ricerca.  
 "Non stiamo vandalizzando il Vasari – ha spiegato Renzi”, e "la ricerca va avanti" perché "siamo vicinissimi a dare una risposta ". I lavori proseguiranno almeno per un paio di settimane. Gli esiti fin qui registrati vengono definiti "positivi" e l'intercapedine dietro all'affresco che 'coprirebbe' quello di Leonardo sarebbe presente in più punti. Renzi ha assicurato che nel 2012 sarà data risposta "al più grande mistero della storia dell'arte".

APPELLO -  L'appello contro è firmato, tra gli altri, dall'accademico dei Lincei, Salvatore Settis, dal vicepresidente della Corte Costituzionale Paolo Maddalena, dallo scrittore Carlo Ginzburg. "La ricerca del dipinto può rovinare le pitture di Vasari" mentre "é del tutto improbabile che Vasari abbia sigillato qualcosa di ancora leggibile dietro un muro", accusano gli intellettuali che si schierano contro lo studio condotto da Seracini e che in questa fase viene svolto con sonde endoscopiche millimetriche inserite in 7 microfessure della parete. Seracini, che ieri ha incontrato la sovrintendente dell'Opificio Cristina Acidini, si è detto "amareggiato. Mi sembra solo un tentativo pretestuoso degli esclusi di bloccare una ricerca straordinaria. Un attacco demagogico che rischia di farci deridere nel mondo".

ESPOSTO -  L'esposto, invece, ipotizza il danneggiamento di opera d'arte: al momento non sono stati ipotizzati reati. Per Renzi - che ha assicurato: "Siamo a totale disposizione dell'autorità giudiziaria -, c'é "qualche scienziato o presunto tale, facile al luogo comune, e che firma appelli senza neanche averli letti, dice che noi staremmo vandalizzando il Vasari", ma "questa è una balla pazzesca" e dunque "se qualcuno dice che abbiamo vandalizzato qualcosa ne risponde nelle aule di un tribunale". Sulla questione Renzi ieri è intervenuto anche in consiglio comunale: ha assicurato che sono state utilizzate "tecniche assolutamente rispettose del Vasari" ed ha ribadito che le indagini effettuate "sono andate molto bene: tutto il quadro indiziario è stato confermato e rafforzato. Ora attendiamo la certezza scientifica". Renzi ha anche ribadito che dopo i risultati si dovrà decidere se procedere con nuove ricerche attraverso "uno strappo di 2 centimetri quadrati, che sarà poi messo a posto. Il nostro obiettivo è coinvolgere ancora di più l'Opificio".
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Battaglia di Anghiari, Renzi: “Non stiamo vandalizzando il Vasari”

FirenzeToday è in caricamento