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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Piazza della Signoria

Battaglia di Anghiari: riscontrata l’intercapedine e tracce di colori

Lunedì verranno presentate le prove tecniche scoperte che celerebbero dietro il muro del Salone dei Cinquecento la Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci

Se tutto andasse come “sperato”, dietro quel muro di Palazzo Vecchio, all’interno del Salone dei Cinquecento, si potrebbe riportare alla luce l’affresco di Leornardo da Vinci che rappresenta la Battaglia d’Anghiari. Forse il “capolavoro” più alto del genio toscano. Ma intanto, dopo le polemiche dovute ai lavori nel palazzo di piazza della Signoria, si va avanti.  Scoprendo in primis che l'intercapedine dietro cui si celerebbe la raffigurazione c'é. E che, sempre dietro la stessa parete, ci sarebbero tracce di pigmenti e materiali che sarebbero stati usati davvero per dipingere e fissare un affresco, magari proprio quell'affresco. Sono queste alcune delle 'prove' tecniche che, secondo quanto si apprende, domani il direttore della ricerca Maurizio Seracini, l'ingegnere fiorentino da oltre 30 anni impegnato nello studio sulla Battaglia di Anghiari, illustrerà insieme al National Geographic in una conferenza stampa nel Salone dei Cinquecento.

Dai risultati emerge che i saggi della fine del 2011 non sono stati inutili e che non sono state inutili le sonde endoscopiche, di spessore millimetrico, applicate in sei punti (anziché i 14 chiesti da Seracini), tra fori e cretti dell'intonaco. Le sonde avrebbero 'letto' la presenza di un vuoto dietro la parete, il famoso 'gap' che risolverebbe una teoria di Seracini molto attesa alla prova scientifica: ossia che Giorgio Vasari, architetto e pittore, ristrutturando pesantemente il Salone dei Cinquecento volle 'salvare' proprio il muro su cui Leonardo lavorò al suo capolavoro incompiuto. E che per farlo abbia edificato la nuova parete senza farla aderire completamente a quella con i resti della Battaglia di Anghiari. Ma sono incoraggianti anche le analisi chimiche sui campioni di materiale tirati via dall'interno del muro: si tratterebbe di possibili componenti di pigmenti e colori; semplici indizi, per ora, ma tali da svegliare l'attenzione degli esperti.

"Qualcosa dietro la parete c'é e bisogna andare avanti con la ricerca", si commenta da più fronti, anche se con una certa cautela e discrezione, in attesa delle rivelazioni complete affidate alla conferenza stampa internazionale. Accanto al National Geographic e all'Università di San Diego, sono presenti nella ricerca il Comune di Firenze e, per lo Stato, il ministero per i Beni culturali che, tramite la Soprintendenza e l'Opificio delle Pietre dure, è coinvolto nelle varie fasi dello studio. Tuttavia sulla 'caccia' alla Battaglia di Anghiari grava un'inchiesta della procura di Firenze, aperta dopo un esposto di un gruppo di studiosi contrari alla ricerca: le indagini devono stabilire se Seracini e gli altri hanno danneggiato l'opera visibile oggi, la Battaglia di Marciano della Chiana, dipinta dallo stesso Vasari. Per ora non risulta.

 

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