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Cronaca Centro Storico / Piazza del Duomo

Attentato all'Arcivescono Betori, ferito il segretario Don Paolo

Ieri sera un uomo ha tentato di avvicinare l'Arcivescovo Betori. Poi ha estratto una pistola e sparato contro il suo segretario, operato in serata. Ora è caccia all'uomo

“Su, su, venite”, così l’Arcivescovo di Firenze monsignor Betori ieri sera ha accolto gli uomini del 118 al portone del palazzo della Curia a due passi dal Duomo di Firenze, nel cuore della città. Erano da poco passate le 20 di sera. Qualche minuto prima, verso le 19:45, il suo segretario particolare don Paolo Brogi era stato ferito all’addome da un uomo armato forse di una calibro 7,65. Un colpo di pistola che non doveva raggiungere l’ex parroco della parrocchia di Montelupo. L’obbiettivo vero dell’attentatore era proprio il vescovo Betori. 

LA DINAMICA – Poco prima delle venti il vescovo di Firenze, accompagnato dal suo segretario, stava rientrando con l’auto all’interno della Curia. La vettura non è passata dalla porta principale del palazzo, quella cioè che guarda piazza del Duomo, ma è entrata dentro il cortile dell’edificio dall’accesso posteriore, che si affaccia in piazza dell’Olio. Una volta varcata la porta carraia, un uomo si è messo al seguito della vettura dell’alto prelato. L'Arcivescovo ed il segretario sono usciti dalla macchina. Don Paolo alla guida, scendendo ha girato attorno all’auto, ha aperto lo sportello posteriore del lato passeggeri per prendere dei documenti appoggiati nei sedili posteriori. Con questo gesto inconsapevole si è frapposto tra l’arcivescovo ed il suo attentatore. Chiuso lo sportello infatti si è trovato di fronte un uomo, tra i 65 ed i 70 anni di età, che gli ha intimato: “Voglio parlare con il vescovo”. “Non è il momento” ha risposto il sacerdote. L’uomo non ci ha pensato su due volte, ha estratto un’arma da fuoco ed ha premuto il grilletto. Un colpo singolo, dritto all’addome. Il segretario si è piegato, forse accasciato, mentre l’attentatore si è diretto verso Betori. Ha gridato, ha farfugliato qualcosa animatamente: “Tu non devi dire…..”, un imperativo, solo questo per adesso è stato ricostruito con certezza dagli inquirenti. Poi ha nuovamente “scarrellato” la pistola, ha puntato la canna dritta verso il vescovo ma non ha sparato. Ancora non è chiaro se all’ultimo istante non abbia voluto fare fuoco o se l’arma si sia inceppata. A questo punto l’uomo è scappato. Momenti lunghissimi durati pochi istanti. 
 
DON PAOLO – Il segretario, 41enne ex cappellano dell’Impruneta, dal 2008 a fianco dell’arcivescovo, è stato subito trasportato all’ospedale di Santa Maria Nuova, dove è stato sottoposto ad una tac che dovrebbe aver scongiurato il peggio. Il proiettile, passato a pochi millimetri dal fegato e dal rene, è penetrato all'altezza del fianco nell'emitorace anteriore destro, sembra senza toccare organi vitali, né strutture muscolari primarie. C’è il foro d’entrata, manca quello di uscita. Anche per questo la prognosi, dopo questi primi accertamenti, è rimasta riservata anche se don Paolo è cosciente, parla e pare che sia rimasto sempre in piedi mentre attendeva l’arrivo dei soccorritori. Alle 21,45 è entrato in sala operatoria per sottoporsi ad un intervento esplorativo. Poco prima ha parlato al telefono con Betori e con il sindaco di Firenze Matteo Renzi, che nel frattempo aveva raggiunto la Curia, tranquillizzandoli: “Non preoccupatevi, sto bene”. “Se la pallottola avesse colpito l’aorta, sarebbe morto immediatamente” hanno detto i medici dell’ospedale fiorentino. 
 
IDENTIKIT – Corporatura normale, sul metro e settanta di altezza, con un’età compresa tra i 65 ed i 70 anni. Barba brizzolata con pizzetto, indosso una lunga giacca nera ed in testa un cappellino. Pare sia questa la prima ricostruzione fatta dagli inquirenti dell’uomo che voleva attentare la vita dell’arcivescovo. Gli investigatori non escludono che possa trattarsi di un clochard. Per questo durante le indagini a tappeto lungo tutto il centro fiorentino, condotte dalla Squadra mobile, la Digos ed il reparto operativo dei Carabinieri, sono state fermate e condotte in questura sei persone. Tutti senza fissa dimora, tutti sottoposti alla prova dello Stub, il tampone che rivela se è stata usata una pistola. Durante le ricerche in piazza Santo Spirito è stato fermato un uomo, un senza tetto; dalla perquisizione è emersa una pistola. Sembrava essere la persona giusta, ma poi l’arma si è rilevata una scacciacani, quindi le indagini sono riprese. Di sicuro, per adesso c’è un fatto: “E' stato recuperato un bossolo ed è stato sparato un colpo solo”, come ha dichiarato il questore Francesco Zonno appena fuori la sede arcivescovile. Il prefetto di Firenze Paolo Padoin e lo stesso Zonno hanno poi confermato che la sicurezza dell’arcivescovo Betori è stata “accentuata da stasera”. 
 
BETORI – “L'unica mia preoccupazione è per don Paolo”. Sono queste le prime parole rilasciate alla stampa dall’arcivescovo di Firenze poco dopo l’attentato. “E' un episodio spiacevole – ha continuato – ma sono sereno. Fa parte della missione di un vescovo incontrare la gente e tra questa c'è anche chi non è animato da buone intenzioni, ma verso tutti, anche verso costui, il vescovo ha sentimenti di misericordia”. “Mi rasserenano – ha concluso – le notizie che arrivano dall'ospedale perché sono confortanti. Prego per lui e con me lo fanno tanti altri”
 
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