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Cronaca

Ataf stoppa i bussini elettrici, la Fiom: "I lavoratori saranno licenziati"

Il sindacato: "Ataf cerca di eliminarli per diminuire i costi con vetture a gasolio, a discapito dell'ambiente e della salute dei cittadini". In città sono rimasti 12 bussini, tutti sulla tratta C2

L’Ataf, dopo dieci anni di attività, mette nel ripostiglio i minibus elettrici. La denuncia è arrivata ieri dalla Fiom Cgil che attacca: “Oltre a stoppare i bussini ci sarà il conseguente licenziamento dei lavoratori”. “Ataf – scrive il sindacato in una nota – non adempie agli accordi firmati con Tecnobus spa, l'azienda che ha in appalto la fornitura e la manutenzione dei bussini elettrici e che annuncia la cessazione dell'attività”. Inoltre "Ataf Gestioni srl formalizza l'intenzione di sciogliere il contratto e Tecnobus, di conseguenza, dichiara oggi di ricorrere al licenziamento collettivo ed alla messa in mobilità di tutti i lavoratori".

"A questo – continua la Cgil – si aggiungono i progressivi aumenti nel ritardo dei pagamenti da parte di ATAF Gestioni srl, debitrice di circa 250 mila euro, e di ATAC S.p.A., l'Agenzia del trasporto autoferrotranviario del Comune di Roma che hanno indotto Tecnobus a manifestare l'intenzione di chiudere, oltre alla sede di Firenze, anche quelle di Roma, Frosinone e Napoli".

"Nel 1994 – scrive sempre la Fiom Cgil – Firenze era stata una delle prime città ad investire nei minibus urbani a trazione elettrica non inquinanti ma oggi sembra intenzionata disfarsene: dei 31 bus elettrici che fino al 2009 coprivano le tre linee del centro storico, C1, C2 e C3, ad oggi, ne sono rimasti solo 12 sulla tratta C2, lasciando il posto sulla C1 e C3 a piccoli autobus a gas metano o a gasolio, questi ultimi altamente inquinanti. Inoltre, dei 26 minibus elettrici banditi nella gara d'appalto dell'agosto 2012, dall'allora società di trasporto pubblico fiorentina, solo 7 sono stati poi ufficializzati nella richiesta di fornitura, nonostante Tecnobus avesse pure concesso ad ATAF di dilazionare il pagamento dei veicoli su nove anni".

"Già un anno e mezzo fa, a seguito della privatizzazione di ATAF e della conseguente ristrutturazione del servizio, erano state licenziate cinque persone alle quali si aggiungono ora le tre impiegate presso il deposito ATAF di Viale dei Mille, svuotando così del tutto il servizio di assistenza elettrica, meccanica e di sostituzione in linea svolto da Tecnobus".

"Non riscuotiamo da tre mesi", lamenta Edoardo Imperiale, dipendente di Tecnobus. "Chiediamo ad ATAF di sbloccare i pagamenti per evitare i licenziamenti. Da quando la società è stata privatizzata, cioè, dal primo settembre 2012, ha fatto marcia indietro sui bus elettrici perché costano troppo e cerca di eliminarli per diminuire i costi con vetture a gasolio, a discapito dell'ambiente e della salute dei cittadini. E pensare che per monitorare il tasso di inquinamento dei quartieri del centro, l'università di Firenze aveva scelto di posizionare proprio sui nostri bussini elettrici due rilevatori di polveri sottili". "Chiediamo – sottolinea Massimo Galantini della Fiom Cgil di Firenze – che anche il Comune di Firenze intervenga poiché l'ente pubblico per primo aveva speso ingenti somme (circa 1 milione e 800 mila euro) per il deposito di viale Aleardi realizzato appositamente per ospitare i veicoli a consumo zero; deposito inaugurato nel giugno 2010 dall'attuale vicesindaco, Dario Nardella, che lo definì allora "il fiore all'occhiello del trasporto urbano fiorentino", poi chiuso il 1 settembre 2012 perché troppo caro e lasciato in stato di abbandono".

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