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Cronaca

Mafia: l'Associazione Georgofili contro l'abolizione dell'ergastolo e del carcere duro

"Nei mesi a venire impegneremo tutte le nostre forze, affinché lo scempio totale verso le nostre vittime non si compia con l'eventuale abolizione dell'ergastolo e del conseguente 41 bis, il regime di carcere duro"

L’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili ha messo in piedi una campagna di sensibilizzazione contro l’abolizione dell’ergastolo ai mafiosi rei delle stragi del 1993. “‘Cosa nostra’ il 27 Maggio 1993, in via dei Georgofili ha ucciso con 277 chili di tritolo 5 persone innocenti affinché l’ergastolo fosse abolito, ne ha massacrati altri 48 invalidandoli, e oggi troppi di loro in balia di se stessi”, scrive la presidente dell'associazione Giovanna Maggiani Chelli.

“Rammentiamo che il Governo in carica in quel momento non è riuscito a fermare l'organizzazione criminale ‘Cosa nostra’, anzi ha messo le nostre famiglie nelle mani della mafia. Impegneremo quindi nei mesi a venire tutte le nostre forze, affinché – prosegue Maggiani Chelli – lo scempio totale verso le nostre vittime non si compia con l'eventuale abolizione dell'ergastolo e del conseguente 41 bis, regime di carcere duro, per Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Leoluca Bagarella, Giuseppe Graviano, Filippo Graviano, e tutti gli altri 10 soggetti condannati all’ergastolo per le stragi del 1993”.

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