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Cronaca

Un anno su tre a casa: Bonaccorsi dichiara guerra ai "furbetti" dell'Ataf

Il Presidente di Ataf Bonaccorsi lancia accuse sia verso i sindacati che verso i dipendenti assenteisti. Proprio per l'elevato tasso di assenze, ritenute strategiche, si potrebbe arrivare al licenziamento

Guerra aperta tra il Presidente dell'Ataf, Filippo Bonaccorsi ed i sindacati per risolvere la questione del malcostume italico dell'assenteismo che all'agenzia di trasporto di Firenze pare sia particolarmente diffuso.

Alcuni dipendenti del trasporto pubblico fiorentino mancano da lavoro circa cento giorni ogni anno. L'accusa arriva direttamente da Bonaccorsi :“Abbiamo deciso di dichiarare guerra agli assenteisti  perché non era più tollerabile la situazione di un'azienda dove il tasso di assenza dal lavoro è il triplo del normale e dove qualcuno è capace di collezionare oltre cento giorni di assenza in meno di un anno. Per tutta risposta, il sindacato ha avviato le cosiddette procedure di raffreddamento”.

La procedura di raffreddamento preavvisa l'intento di arrivare ad un tavolo con l'azienda, altrimenti saltata anche la conciliazione, si potrebbe manifestare con uno sciopero.

In pratica da una verifica degli uffici Ataf emerge che la salute dei suoi dipendenti diventi cagionevole in particolar modo la domenica e nei giorni di festa dove pare ci sia un'epidemia temporanea.

“I dati evidenziano che in alcuni casi- continua Bonaccorsi- si sia arrivati ad accumulare anche oltre 100 giorni di assenza per malattia in meno di un anno, in altri casi più di 300 giorni in tre anni, dilazionati in brevi assenze "strategiche".  Qui nessuno sta mettendo in discussione il sacrosanto diritto di lavoratori alla cura, alla convalescenza e al riposo. Stiamo semplicemente stanando i furbi che con finte malattie, strategicamente collocate a fianco dei giorni di festa, rubano risorse all'azienda e mandano per aria senza un valido motivo l'organizzazione dei turni, provocando danni ai loro colleghi onesti e al servizio reso ai passeggeri. Su questo non faremo un passo indietro”.

Il Presidente ha inviato una lettera ai suoi dipendenti - assenteisti per evitare di dover ricorrere, nei casi più gravi, al licenziamento.
 

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