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Domenica, 28 Aprile 2024

Alla scoperta di Marco, il Dante degli Uffizi / VIDEO

Il 54enne di Lastra a Signa si esibisce dal 2000 nel celebre piazzale. Un passato da tappezziere e un futuro “Sempre qua, è casa mia”

Si chiama Marco, è nato a Firenze ma è cresciuto e abita a Lastra a Signa. Ma per tutti è Dante. Il Dante degli Uffizi per la precisione. “Il cognome non lo dico mai – sottolinea – non lo so perché. Non mi piace dirlo”. Oggi ha 54 anni ed è dal 2000 che veste i panni di Dante Alighieri davanti agli Uffizi. Chi gli passa davanti, non può fare a meno di fermarsi. Che sia per vederlo all'opera o per farsi una foto con lui. Ormai è una autentica celebrità. Ma non ha sempre fatto questo mestiere.

Un passato da tappezziere

Marco infatti ha lavorato dai 16 ai 28 anni come tappezziere, sempre qua a Firenze. Poi la ditta chiuse. “Mi cercarono almeno una decina di ditte – ricorda – ma gli dissi di no. L'unica cosa che sapevo è che non dovevo tornare a fare quel lavoro. Poi iniziai a fare la comparsa. Anche con Francesco Nuti, nel Signor Quindicipalle. Una persona meravigliosa. Poi Té con Mussolini di Zeffirelli, quindi teatro, un anno alla Limonaia. Poi iniziai con Chille de la balanza di Claudio Ascoli dove conobbi un ragazzo col quale poi iniziai a esibirmi. Si lavorava in due. Si faceva Leonardo e Dante con delle cornici. Ma all'epoca non c'era la regolamentazione comunale, non c'erano permessi. Quindi era tutto un litigio. Meno male poi che l'hanno fatta: ci ha tutelato”. 

I social per tutelarsi

Marco si può trovare anche su Instagram come Il Dante degli Uffizi. Si è creato il profilo non tanto per cercar pubblicità ma per tutelarsi. “Se andate a vedere c'è un video dove uno mi mette un dito nel naso – spiega – e non era la prima volta che succedevano cose simili. Balordi, ubriachi, truffatori, tossici, gente che ruba o ti rompe le scatole, per strada ce ne sono tantissime. Qui capita di tutto e di più. Non è una vita facile. Mi minacciarono anche i bagarini che provavano a vendere i biglietti falsi per gli Uffizi, anni fa. Un anno fa mi sono messo sul web per tutelarmi. Esibirmi qua comunque mi ha portato a girare l'Italia: mi hanno chiamato un po' ovunque, dal nord al sud, isole comprese. È stato meraviglioso”. 

Tutto autoprodotto

Oltre a inventarsi il Dante “Anche se non è che ho scelto di farlo: è capitato” precisa, Marco si è fatto da solo sia la scenografia che il vestito. “Il vestito è stato fatto assemblando lenzuola di lino e cotone – specifica – mi ci volle una settimana. Per fare la scenografia invece, tre mesi. Il vestito ha ormai 18 anni: ogni volta aggiustarlo, non è semplice. Ma ormai gli voglio bene. Lo indosso tutti i giorni dalle 11 alle 14,30, dopo che mi preparo in un magazzino che ho qua vicino. Arrivo in bici da Lastra a Signa, in una decina di minuti mi trucco e vado in scena. Star fermi non è facile e ci vuole tanto allenamento nonché una buona tenuta psicologica. Se non stai bene, questo lavoro non lo fai. Aver fatto in passato tanto sport come scherma, boxe e piscina, mi aiuta tantissimo”.  

L'overtourism ha cambiato anche lo spettatore

L'arrivo del turismo di massa in quantità industriale, ha cambiato anche il rapporto col pubblico. “Ora è più mordi e fuggi – sottolinea – Prima si faceva anche qualche chiacchiera. Quando ho iniziato c'era il turista con la famiglia, tranquillo. Ora col turismo di massa è un manicomio. È tutto velocissimo. Tutto va a mille. E non è un gran pregio per noi, sarebbe meglio se andasse calmo. Anche perché il guadagno non è in base alla gente ma a quanto sei bravo”. Che siano tantissimi o più contenuti, avere un rapporto continuo coi turisti però è una cosa che piace tantissimo a Marco. “Se ami il teatro di strada – ammette – è bello. E sai qual è la cosa più bella? Che sei a contatto con tutto il mondo. Sono fiero di tutto quello che ho fatto. È stata un'esperienza incredibile. E se mi chiedono dove sarò un domani, la risposta è scontata: sarò agli Uffizi. Sono casa mia”. 

Il Dante degli Uffizi

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