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Cronaca

Araba con il burkini "cacciata" dalla piscina Costoli 

Amato: “Garantire il diritto di balneazione alle donne con il burkini”

Una donna invitata a uscire dalle acque della piscina comunale mentre faceva il bagno con il figlio perchè indossava il cosiddetto burkini (costume da bagno che copre il corpo integralmente ad esclusione di mani e piedi). A comunicare l'episodio a Palazzo Vecchio è stata la consigliera comunale di Potere al Popolo Miriam Amato: “Chiedo all'assessore allo sport Vannucci di inviare una circolare alle piscine comunali per garantire il diritto alla balneazione delle donne con il burkini, perché è inaccettabile quello che è accaduto sabato alla Costoli, dove una donna araba è stata invitata ad uscire dalla piscina, mentre faceva il bagno col suo bambino”.

“Sabato scorso alla piscina Costoli – racconta la consigliera – una donna araba con indosso il burkini, costume arabo intero dello stesso materiale di qualsiasi costume da bagno, solo semplicemente più coprente, è stata invitata dal bagnino a lasciare la piscina dei bambini, mentre faceva il bagno col suo figlioletto di neanche 1 anno. È stata una scena spiacevole – aggiunge amareggiata Amato – e umiliante per la donna, che ha iniziato a giustificarsi di fronte a bambini increduli, spiegando che si trattava solo di un costume”.

“Ero presente e mi sono avvicinata al bagnino per chiedere spiegazioni – racconta la consigliera – che ho ottenuto solo dopo che ho specificato il mio ruolo istituzionale, chiedendo che la donna venisse rispettata, e a quel punto il bagnino si è giustificato, dicendo di aver ricevuto quest’ordine, ma è stato poi smentito da altri suoi colleghi che hanno negano di aver avuto simili indicazioni".

"Lungi da me di prendermela contro il bagnino – continua la consigliera Amato – probabilmente non si era mai trovato davanti un burkini: chiedo però all’assessore allo sport di inviare una circolare alle piscine comunali, per informare che il burkini è un costume e come tale consente la balneazione alle donne che lo portano” insiste Amato.

"Già nell'estate 2009 - si legge in una nota - alcuni sindaci dell'Italia settentrionale ed esponenti della Lega Nord emisero una serie di ordinanze per vietare l'uso di questo costume nelle piscine comunali, per mantenere la pubblica decenza e serenità degli altri bagnanti, specialmente dei bambini, e in molti casi le sanzioni comminate furono successivamente annullate dall'autorità giudiziaria. Nelle piscine comunali non possono e non devono accadere più episodi simili a quello di sabato scorso alla Costoli”, conclude Amato.

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