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Cronaca

Processo di Castello: Cioni si accorda con l'accusa per arrivare a sentenza

Nella prima udienza sugli appalti di Castello che vede coinvolti gli ex assessori Cioni e Biagi, "lo sceriffo" ha stupito tutti siglando un accordo informale con l'accusa per velocizzare il rito giudiziario

Graziano Cioni ha fretta, si è sempre ritenuto innocente nell’inchiesta di Castello, anche quando è stato rinviato a giudizio, anche ora che il processo è iniziato. Non vuol perdere tempo e anni per avere la conferma delle proprie convinzioni. Così, durante la prima udienza il colpo di scena con l’annuncio dei suoi legali, gli avvocati Pasquale De Luca e Annalisa Parenti, di un “accordo informale” con i pm Giuseppina Mione e Gianni Tei. Di cosa su tratta? Una specie di rito abbreviato, una via breve, da consumarsi nel giro di poche udienze. Secondo l’accorso la procura produrrebbe tutti gli atti di indagine rinunciando ai testimoni chiamati a depositare, mentre Cioni porterà in aula i propri testi: diciotto in tutto, tra cui spiccano l’ex sindaco di Firenze Domenici e Matteo Renzi.  

LA VICENDA - La vicenda risale al 2007-2008 quando, secondo i capi di accusa, il gruppo Fondiaria Sai, con a capo Ligresti, ottenne determinati benefici nella zona di Castello, molto vantaggiosi, per la Procura troppo. Così partì l’indagine che si concluse con l’accusa di corruzione rivolta a vario titolo a Ligresti (più altri dirigenti di Fondiaria e vari professionisti tra cui l’architetto Casamonti) e gli allora membri della giunta fiorentina Graziano Cioni e Gianni Biagi, questi ultimi rei di aver tratto dei benefici personali nell’atto di favorire Ligresti.

Uno tra tutti, noto alle cronache, l’assunzione del figlio di Cioni in Fondiaria, ma anche le cinque campagne cittadine sponsorizzate da Fondiaria per conto dell’ex potentissimo assessore alla sicurezza della giunta Domenici. I due si sono sempre dichiarati innocenti, in particolare Cioni ha sempre sostenuto che proprio nelle carte dell’inchiesta e nelle intercettazioni è custodita la propria incolpevolezza. Da allora, l’enorme area di Castello è sotto sequestro, il patron di Fondiaria, assente alla prima udienza, non si è mai espresso sulla vicenda, non ha mai mosso un dito, non ancora presentato un ricorso. Chi dovrà dire la sua sarà il giudice, che avrà tempo fino al primo di luglio (data della seconda udienza) per esprimersi in merito all’accordo tra accusa e difesa. Se la cosa otterrà parere favorevole, il processo proseguirebbe a doppia velocità ed in ambiti giuridici differenti. I legali di Ligresti e di Fondiaria  promettono battaglia in aula per evitare che uno degli imputati si (dis)stacchi dall'intero processo.
Alla prima del processo Castello si sono presentati anche l’Assoconsum, l’Ordine degli architetti, e la Provincia di Firenze. Tutte e tre hanno chiesto di costituirsi parte civile.
 

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