Inchiesta sugli anarchici: hanno deciso di non rispondere al gip
Undici giovani hanno deciso di non rispondere al gip nell'inchiesta su presunti gruppi anarchici a Firenze. La scelta serve per acquisire più materiale sull'inchiesta da cui sono scattate le misure cautelari
Hanno deciso di non rispondere al giudice per le indagini preliminari, undici dei 22 considerati anarchici colpiti dalla settimana scorsa da misure cautelari. Cinque erano finiti agli arresti domiciliari mentre per gli altri rimane l’obbligo di firma a causa di reati che avrebbero commesso tra il 2009 ed il 2010.
Al centro dell’inchiesta della Procura le attività del centro sociale “Spazio 400 colpi” per cui sono accusati, per vari episodi e a vario titolo, di associazione a delinquere (sei di loro), occupazione di edifici pubblici, danneggiamenti, imbrattamenti, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale, sabotaggi.
Gli undici giovani hanno deciso di non rispondere alle domande, concordando la strategia con il loro legale, Sauro Poli, per poter disporre di più materiale sull’inchiesta di cui sono protagonisti.
Secondo quanto riferito dallo stesso legale, non sono state fatte richieste di revoca delle misure, né, al momento, è previsto un ricorso al tribunale del riesame. Tra gli anarchici interrogati oggi, ci sono i cinque che si trovano agli arresti domiciliari (tutti accusati di associazione per delinquere), più sei con obbligo di firma, mentre domani sono previsti gli interrogatori dal gip degli altri 11 (tutti con obbligo di firma). L'inchiesta ha coinvolto complessivamente 78 indagati.