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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Rivendicati gli attentati dinamitardi, ora promesse nuove ritorsioni

Un comunicato rivendica varie azioni dinamitarde, come il plico esplosivo inviato ad aprile da Firenze. La minaccia è di colpire gli interessi greci in Italia

“Non dite che siamo pochi”, con le parole della poeta coreano Lee Kwang Su comincia la lunga lettera di propaganda e di rivendicazione degli attivisti della Federazione anarchica informale (Fai)/Fronte rivoluzionario internazionale/Cooperativa artigiana fuoco e affini (occasionalmente spettacolare)/Brigata 20 luglio. Un vero e proprio manifesto pubblicato sul web, per gli investigatori una pista concreta da prendere ed esaminare con molta attenzione. Nel comunicato i gruppi anarchici rivendicano l’invio di diversi pacchi bomba, compresa il pacco esplosivo che deflagrò a Livorno all’interno della caserma Ruspoli (la sede del comando della Brigata Paracadutisti - Folgore). In quell’occasione il rimase gravemente ferito il tenente colonnello Alessandro Albamonte, capo di Stato maggiore della Folgore. Un piccolo plico postale, esplosivo, lo scoppio:  cinque dita amputate, tre di una mano e due dell'altra, ferite al volto (in particolare agli occhi) ed alle gambe. Nella stessa giornata, il 31 marzo scorso, ci furono altri due attacchi dinamitardi: la lettera - bomba esplosa a Olten (Svizzera) all’interno della federazione dell’industria nucleare svizzera, la Swissnuclear, che causò il ferimento di due persone, ed il pacco bomba inviato da Firenze, disinnescato dagli artificieri greci prima che potesse esplodere tra le mani del direttore del carcere di Koridallos. La nota web comparsa cominciata a circolare sul web dal primo agosto pare una specie di conferma alle ipotesi a caldo degli uomini dell’intelligence, convinti che gli episodi fossero parte di un unico piano. Scorrendo le righe della rivendicazione si scopre cosa li abbia spinti ad uscire allo scoperto dopo mesi di silenzio: “comunicazione, organizzazione e lotta armata all'alba di una nuova epoca”. Poi una promessa che sa insieme di minaccia: gli anarchici sono pronti a colpire altri obbiettivi greci presenti in Italia “anno per anno, con sempre maggiore durezza”. 
 
Il comunicato ha il tono della comunicazione terroristica: lo spettro sociale diviso in categorie, la denuncia dei colpevoli ed i verdetti di colpevolezza, la giustificazione dell’azione rivoluzionaria e la promessa di vendetta: “sono dieci anni che agiamo indisturbati. Il potere colpisce a destra e a manca con operazioni repressive sempre più fantasiose ma finora nessuno di noi è mai stato colpito. Qualcuno di noi forse cadrà , ma verrà presto rimpiazzato da altri gruppi”. Una volta terminata la parte propagandistica nello scritto vengono fissati tre punti cardine dell’azione della rete anarchica, ed è qui che la nota prende le forme del manifesto. Primo, “l'azione diretta distruttiva come elemento indispensabile e imprescindibile; secondo “l’azione che può andare dal lancio di una molotov all'assassinio, senza alcuna gerarchia di importanza”; Terzo, “ogni gruppo o individuo deciderà come meglio vorrà”. 
 
L’ultima parte del comunicato è dedicato al capitolo Grecia, e qui le minacce si fanno pesanti. Tutto risale alla vicenda degli anarchici delle Cellule di fuoco. L’arresto di alcuni componenti di queste frange, le condanne durissime, la solidarietà di tutta la rete anarchica europea e mondiale, fino al pacco al tritolo spedito al direttore del carcere greco disinnescato prima dello scoppio. La lettera finisce con la promessa che le ritorsioni contro il paese greco continueranno con scadenze annuale e con progressiva violenza: “Una volta all'anno colpiremo, in solidarietà con le nostre sorelle e fratelli della Cospirazione delle cellule di fuoco, finché non verranno rimessi in libertà. Le decine e decine di anni di galera a cui sono stati condannati si trasformeranno in un tragico boomerang per lo stato greco. Gli interessi di questo stato in Italia verranno colpiti, anno per anno, con sempre maggiore durezza. Invitiamo gli altri gruppi e singoli della Fai/Fronte rivoluzionario internazionale sparsi per il mondo a fare altrettanto”. 
 

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