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Cronaca

Carabinieri indagati per stupro, corteo in centro contro la violenza sulle donne / FOTO

Il via da piazzale Michelangelo, vicino alla discoteca Flò, da dove è partita l'odissea delle due ragazze americane

No alla violenza sulle donne, no allo stupro e no alla cultura che lo giustifica. E' stato questo il senso del corteo che questa sera, sabato 16 settembre, ha sfilato per il centro storico fino a piazza della Repubblica.

Oltre 600 persone, soprattutto donne, giovani e meno giovani, sono partite da piazzale Michelangelo, poco distante dalla discoteca Flò, dove è iniziata l'odissea delle due ragazze americane che hanno denunciato di aver subito violenza sessuale, nella notte tra il 6 e il 7 settembre, da due carabinieri in servizio, ora indagati. E' in seguito a questi fatti che è stato indetto il corteo.

'Il corpo è mio, decido io', 'Con le donne, contro la violenza', 'Il corpo delle donne non si tocca, lo difenderemo con la lotta', alcuni degli slogan gridati dal corteo. Slogan anche contro il sindaco Nardella (finito nella bufera per alcune dichiarazioni secondo le quali “bisogna capire che Firenze non è la città dello sballo”).

'Sindaco Nardella, non ci provare, non dire alle donne cosa devon fare', un coro che si levava spesso. Ma anche: 'La notte ci piace, vogliamo stare in pace. Ci piace pure il giorno, levatevi di torno'.  “No ad una cultura che giustifica lo stupro e tratta le vittime di violenza come imputate”, scandiscono le donne del corteo.

Pochissimi i politici presenti: si vedono Tommaso Grassi e Daniela Lastri di Sinistra Italiana. Sfilano anche alcune ragazze americane. Una tiene un cartello che dice: “Che cosa causa lo stupro? Non i pantaloni corti, non l'istinto, ma gli stupratori”.

“Deve cambiare una cultura per la quale quando c'è uno stupro si chiede sempre cosa indossasse o che comportamenti abbia avuto la vittima, come se fosse lei sul banco degli imputati”, dice Lea Fiorentini, della rete 'Non Una di Meno', che ha organizzato il corteo. “Due terzi delle donne non denunciano perché sanno che è difficile avere giustizia. Basta - conclude -, la cultura del 'se l'è cercata' deve finire”.

FOTO - Carabinieri indagati per stupro, corteo dal piazzale contro la violenza sulle donne

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