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Cronaca

Processo Meredith Kercher: Amanda Knox non sarà a Firenze, resterà negli Usa

"Non voglio sfuggire al nuovo processo che mi attende, ma non torno in Italia perché non capisco": è questa la decisione di Amanda Knox in vista del nuovo processo d’appello che comincerà il 30 settembre a Firenze

“Non voglio sfuggire al nuovo processo che mi attende, ma non torno in Italia perché non capisco”: è questa la decisione di Amanda Knox in vista del nuovo processo d’appello, a lei e a Raffaele Sollecito, per l’omicidio di Meredith Kercher che comincerà il 30 settembre a Firenze. A riportare le sue parole è oggi La Nazione. Nei giorni scorsi la Knox ha incontrato negli Usa uno dei suoi difensori, l’avvocato Luciano Ghirga, per fare il punto sulla strategia processuale. “Ho sostenuto 86 udienze – ha detto la giovane di Seattle – e in decine di occasioni ho presentato dichiarazioni spontanee, che altro dovrei dire o fare di più”. A Seattle la Knox – riporta sempre la Nazione – vive da sola in un appartamento del quartiere cinese. Studia, lingue e scrittura, e lavora per tre giorni alla settimana come addetta alla catalogazione in una biblioteca della città. La Knox e Sollecito sono stati condannati in primo grado per l’omicidio Kercher, al quale si sono sempre proclamati estranei, e assolti in appello. La Cassazione ha però annullato la decisione dei giudici di secondo grado di Perugia disponendo un nuovo processo da celebrare a Firenze.

LEGALE – “Amanda non capisce come sia processualmente possibile che una cosa sia prima nera, poi bianca e ora di nuovo nera”, ha detto oggi all’ANSA l’avvocato Ghirga. “E comunque – ha aggiunto – non sta fuggendo da niente”. “Sono libera e presunta innocente, la mia è solo una scelta processuale di affidarmi completamente ai miei difensori” ha detto ancora la Knox al suo legale. 

LEGALE  KERCHER – La presenza di Amanda Knox al nuovo appello dell'omicidio di Meredith Kercher “è dovuta per l'importanza del processo e per il rispetto dovuto alla Corte di Firenze e alla povera vittima di cui non si parla mai”. A sostenerlo è oggi l’avvocato Francesco Maresca, legale della famiglia della studentessa inglese. Il penalista ha definito “inopportune” le motivazioni della studentessa americana “di fronte a una sentenza importante come quella della Cassazione” che ha disposto di celebrare nuovamente il giudizio di secondo grado. “E’ un diritto della Knox – ha detto Maresca – di essere contumace ma questo suo atteggiamento di sentirsi vittima della giustizia è ormai intollerabile”.

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